Regia di Andy Wachowski, Larry Wachowski vedi scheda film
Un film estremamente ambizioso che vuole proporre un'interpretazione della realtà, e forse una filosofia nuova. Ma il discorso si attorciglia e il proposito rimane al di sopra delle possibilità di chi lo ha pensato.
Lo so che questo film per molti è un mito, ma io lo considero solo un discreto film di fantascienza con spunti interessanti, ma anche molti limiti.
L'idea di base è sicuramente buona: tra le menzogne dei principali media, la pubblicità, le propagande, i condizionamenti psicologici occulti l'essere umano vive praticamente in una falsa realtà, mentre ha perso di vista la realtà vera. Questo mi pare essere il nocciolo del discorso e, mutatis mutandis e esagerazioni a parte, è di certo una tematica interessante, con riferimenti al mondo contemporaneo, con il suo pensiero unico e obbligatorio per tutti. Però la tematica, per come viene sviluppata nel film, si aggroviglia abbastanza ed è confusa in più punti. Ho ascoltato i dialoghi con attenzione, ma non si può dire che spieghino con chiarezza l'idea esatta che volevano comunicare i creatori del film. La stessa descrizione dei due mondi paralleli è fumosa e indefinita, come è lo stesso concetto di “matrix”. Insomma, il saper spiegare bene è un'arte che i cosiddetti fratelli (o sorelle?) Wachowski, secondo me, non posseggono del tutto. In tutto questo, un punto di debolezza sembra essere proprio l'ambizione di illustrare un intero sistema filosofico molto complicato, contraddittorio e difficile da afferrare del tutto. E le domande aperte sono ancora molte: cosa sono quelle mostruose creature simili a ragni, che aprono i “passaggi”? Che cosa sa il manipolo di ribelli sul mondo reale in più degli schiavi di matrix? Com'è il mondo reale?
E' poi fuori discussione l'influsso dell'estetica da videogioco, con i personaggi (tutti) che volano e camminano sui muri, insomma dotati di superpoteri, anche questi non ben chiariti. Il kung-fu, o kick-boxing, sembrano sempre presi da un videogioco o da un film di Bruce Lee.
Tolta la buona idea di cui sopra, mi sembra insomma che sia stato riversato nel film il confuso ed eclettico immaginario dei suoi creatori, comprese strane esperienze sovrasensoriali, frutto forse di stupefacenti.
La parte finale, rutilante ed abbondantemente sopra le righe, mi è piaciuta meno che gli altri tre quarti della pellicola, che procede con toni pacati e una buona tensione sottile. Certi luoghi dell'ambientazione ricordano John Carpenter, ma non hanno la stessa atmosfera.
L'avevo già visto all'epoca, senza capire nulla. Ora, almeno, ho capito un po' di più, ma per me la fantascienza affascinante e di tutt'altra risma.
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