Regia di Andy Wachowski, Larry Wachowski vedi scheda film
Una furbissima operazione commerciale. C’è di tutto quello che può piacere al grande pubblico: 1) una spruzzata di riflessione politica e filosofica sull’attualità, ma ben annacquata e generica; 2) effetti speciali (splendidi effettivamente) 3) copiosi morti ammazzati, anche nei modi più improbabili; 4) duelli ancora più inverosimili. Qui il livello di partenza è da ottimo videogame; quindi è basso. Ma la cornice intellettuale non è tanto meglio: si dà l’illusione di toccare temi importanti, coma la globalizzazione resa possibile dalla tecnica. Ma in realtà, questa ambizione di toccare tematiche serie i registi, i/le due Wachowski, arrivano a toccarla solo facendole il solletico. Certo, il dubbio scettico che non si possa conoscere quale sia la vera realtà permarrà sempre; fin qui, niente di nuovo, e inoltre la sceneggiatura concede molto ai filmetti d’azione all’americana. Gli stupori per squarci di profondità, improvvisi e improbabili; le frasi ad effetto dette coi sorrisini per indurre il sospetto che le cose siano molto più complicate di quelle che sono; gli oracoli di una mezza calzetta; il predestinato che dovrebbe salvare l’umanità e non lo sa nemmeno lui (il processo d’iniziazione è rapidissimo, e quindi poco credibile); i poteri paranormali; il doppio piano della realtà per cui un morto, magari crivellato da centinaia di proiettili, può tanto essere sempre ripescato all’occorrenza … Dragonball non era tanto diverso, per certi aspetti.
Il giudizio sarebbe stato almeno sufficiente se fosse stato sviluppato bene il tema politico: gli uomini controllati da realtà virtuale, il che è senza dubbio il problema peggiore di oggi, tra i tantissimi. Ma le analisi di Marx, e poi quelle più aggiornate di Marcuse, avevano il loro perché proprio perché mostravano il problema per quello che era: il problema non è la realtà virtuale, in sé; il problema è chi ha l’interesse a creare una realtà virtuale, per schiavizzare gli uomini e impedir loro di essere consapevoli di essere schiavi docili. La dittatura dolce, che umilia almeno il 95% della popolazione da oltre 40 anni, di banche e multinazionali che hanno tutto il potere politico, si basa proprio su questo: riescono a convincere in modi inconsci la gente che la prospettiva migliore per la gente è proprio quella di quella minoranza ricchissima che opprime la stessa gente. Ma nel film non si capisce chi c’è dietro alle macchine: forse sarebbe la stessa intelligenza artificiale che non può essere controllabile dall’uomo, e procede da sola e opprime l’uomo. Ma ciò non è credibile, perché la macchina può fare solo ciò per cui l’uomo l’ha progettata (mi sembra evidente, anche se c’è dibattito oggi su questo).
Se non si sa proporre un’analisi seria, allora tanto vale abbandonare l’allegoria: questa è già abbondantemente stata superata dalla realtà, 1000 a 1, realtà la quale ha dimostrato tante ingiustizie dovute a questo contesto. Allora è meglio un documentario, e ce ne sono di buoni. Se proprio si vuol restare nella finzione, V per vendetta è molto più istruttivo, e chiaro, sulla necessità di combattere il conformismo sottilmente proposto dai pochissimi capi del capitalismo. Se invece si vuole approfondire la non credibilità della realtà, volutamente orchestrata ai fini del controllo delle masse, allora è molto meglio vedere Truman show, dove veramente le tematiche filosofiche sono trattate in modo degno.
Il giudizio non può che essere negativo per questo motivo: non sono le tematiche serie ad essere mostrate in un modo che sia serio ma nel contempo fruibile anche al grande pubblico (il che dovrebbe essere il compito di una degna opera d’arte). Ma, al contrario, le tematiche serie vengono banalizzate per il grande pubblico, dando l’illusione di una profondità che non c’è, perché infatti si scioglie in un’inconsistenza dell’analisi (evidentemente perché non si era in grado di far di meglio), e in tante contraddizioni; ma almeno il grande pubblico è contento: una volta tanto può dire di non essere superficiale anche lui. E per coprire questa pochezza si fa ricordo ai sempre (purtroppo) efficaci espedienti dell’effetto speciale, dei pestaggi e della morte. E, così, giù incassi.
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