Regia di Orso Miyakawa, Peter Miyakawa vedi scheda film
Torino Film Festival 37 - Festa Mobile/Fctp.
Il singolo individuo non potrà compiere miracoli e cambiare il mondo, ma ha il dovere di fare la sua - seppure minuscola - parte per renderlo quantomeno un posto migliore.
Considerando il progredire imperterrito del vizio di guardare i difetti degli altri per sentirsi a posto con la coscienza, ogni piccola azione disinteressata e rivolta all'aiuto del prossimo, va accolta con sommo gaudio.
Anche quando c'è chi la considera discutibile e comunque infrange una legge, poiché, prima di tutto, non deve mai mancare l'umanità. Un modo di pensare e agire che germoglia con il contatto diretto, annullando distanze in apparenza abissali.
Ventimiglia. Camilla (Camilla Semino Favro), una ragazza che smercia materiale comprato in Francia, è raggiunta dal suo fratello minore Brando (James Miyakawa) ed è corteggiata da Don (Manoel Hudec), un maestro di tennis di origine americana, conclamato sciupafemmine.
Nonostante siano a conoscenza dei rischi, uniranno le loro forze per escogitare un piano che permetta a Elvis (Alberto Boubakar Malanchino) di oltrepassare la frontiera e ricongiungersi con la moglie.
Easy living è un piccolo film, pieno di difetti ma anche spronato da buoni propositi, condito con una genuina simpatia che serve ad avvicinare i grandi problemi alla realtà quotidiana, senza tralasciare alcuni tasselli di qualità che non ti aspetteresti mai.
Dunque, la fase iniziale è tutto fuorché benaugurante. Tra gli affetti in gioco e gli obiettivi dei personaggi, una messa in scena televisiva e situazioni puerili, è impossibile pensare sulla lunga distanza. A un cambio di passo, non tanto per quel che avverrà, di per sé prevedibile, quanto per le modalità utilizzate per raccontarlo.
Invece, verso metà percorso, Easy living incomincia a darsi un tono, a rinforzare i personaggi, creare un gruppo e formulare l'assalto alla punch line.
Proprio in questo segmento, il più importante di tutti, arrivano le note più rinfrancanti. Al di là del significato, è proprio il dispositivo a diventare autorevole, asciugandosi dell'enfasi per mostrare quelle rincorse, l'agitazione e i sorrisi che, dispersi alla luce di un sole pomeridiano, dicono di più di quanto non avrebbero potuto fare mille parole.
Una chiusura esemplare, per un film che riporta il conforto in dimensioni laddove i paraocchi inducono a pensare esclusivamente a se stessi, istituendo un altruismo che riempie di gradevoli sensazioni.
Redditizio.
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