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Now Is Everything

Regia di Valentina De Amicis, Riccardo Spinotti vedi scheda film

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La recensione su Now Is Everything

di alan smithee
2 stelle

TFF 37 - TORINO 37

Nicolas è un giovane ma già affermato fotografo innamorato della sua bella Matilda.
Un giorno però la ragazza scompare lasciando un biglietto che pare una via di mezzo tra un addio o l'indizio di un rapimento. In più il fratello del nostro protagonista rimane vittima di un incidente mortale, lasciando devastato e stordito il ragazzo, che inizia a procedere a tentoni, per inerzia, incapace ormai più di discernere il mondo dell'arte da lui colta e immortalata, dalla dura realtà che lo circonda.
L'apporto tecnico impeccabile, non fosse altro per la fotografia a cura di Dante Spinotti, celebre padre di uno dei due registi, renderebbe una sceneggiatura con qualche idea un film notevole.
Qui purtroppo, al di là di una ricerca di emulazione stilistica di grandissimi cineasti come Malick, Lynch e persino Antonioni (una scena cita testualmente la famosa scena di Blow Up con la Redgrave distesa mentre Hemmins la immortala), che paiono solo citazioni videoclippare non suffragate da una pertinente giustificazione, il debolissimo filo narrativo del film si sbriciola tra immagini ricercatissime, bellezze di corpi riprese con dinamica scaltrezza da rivista modaiola, crisi esistenziali solo recitate al vuoto, oltre che ai discorsi farneticanti di comparse di lusso, tra cui spicca un Anthony Hopkins ormai sempre più spesso coinvolto in operazioni da suicidio come questa, oltre che un protagonista (Irakli Kvirikadze) dall'espressione perennemente imbambolata da risultare ridicolo quasi in ogni inquadratura.

Anthony Hopkins

Now Is Everything (2019): Anthony Hopkins

Insomma un film che fa di tutto per andare incontro ai guai, citando pedissequamente e senza un vero costrutto stili di regia che hanno rappresentato la grandezza di chi ha saputo inventarli e renderli funzionali ad un proprio percorso artistico e narrativo.  
Una notizia positiva tuttavia c'è, ed è contenuta nel particolare che tutta questa insensata catena di immagini patinate di gran lusso e discorsi a vanvera, si conclude in circa 80 minuti, di cui oltre 10 spesi per i dovuti ringraziamenti, probabilmente necessari per evitare denunce di plagio o altre eventuali azioni punitive, sicuramente non giustificabili, ma francamente comprensibili.
Insomma, ecco lo scult del Concorso al TFF 37.
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