Regia di Daniele Falleri vedi scheda film
Thriller sincopato, dal taglio ironico. Troppa carne a cuocere. Così, così
Dal tramonto all’alba, seguiamo per l’intera giornata Marta Colombi, alias Stefania Rocca, bionda avvenente che rivendica con grinta le proprie capacità; capo della security di un florido opificio, dopo aver violentemente litigato col suo nuovo datore di lavoro, sessista e arrogante, succeduto al padre per diritto dinastico e non certo per meriti, si accinge ad effettuare per l’ultima volta, dopo il suo licenziamento in tronco, un viaggio per Dubai, per una fondamentale consegna di diamanti. La donna sta anche per perdere la proprietà della splendida villa dove abita con la figlia ribelle, la diciassettenne Elena, Dopo la sua separazione, Il suo nuovo compagno è un tale Bruno, alias Fortunato Cerlino, uno zuzzerellone, giocoso e remissivo, che fa il prestigiatore sia per diletto che per mestiere, poi c’è Elena, che la osteggia apertamente nella sua relazione, spalleggiata dalla zia Giulia poliziotta trasgressiva, sorella minore di Marta. Cala la notte e Marta e Bruno restano soli ma qualcuno irrompe nella villa, un rapinatore col volto coperto da una maschera, costringe Marta, senza mai proferire parola ma usando una lavagnetta, a rivelargli la combinazione della cassaforte e, appropriatosi dei diamanti, la chiude nella cabina-armadio. Il piano si complica per l’imprevisto ritorno della figlia Elena che si ritrova a sua volta legata e imbavagliata a fianco della madre nella prigione improvvisata. tuttavia nulla è come sembra, I colpi di scena si susseguono uno dietro l’altro, riservando innumerevoli sorprese Daniele Falleri, regista di lunga esperienza televisiva e teatrale, qui al debutto nel lungometraggio, sfruttando il talento di un cast prestigioso e variegato, gioca costantemente d'anticipo, spiazzando lo spettatore e rimescolando le carte in tavola. Sono tanti i twist del film, a volte perfino troppi e talvolta la storia “inverosimile” splafona sopra le righe, colorandosi di surreale pacchianeria. Tra sequenze d'azione, scontri, liti e qualche battuta, “Dietro la notte” scorre via veloce verso il finale. Il film, che strizza l'occhio a un genere molto frequentato, ovverossia il “thriller sincopato e brillante”,con sfumature ironiche, non nasconde però l'ambizione di denunciare anche ingiustizie “machiste”, la storia in sostanza è declinata tutta al femminile, gli uomini sono sullo sfondo e sicuramente secondari. A tratti si percepisce qualche incertezza nei toni da usare e qualche macchinosità nel plot dell'intrigo. Sembrerebbe che quei diamanti, oggetti del desiderio di molti, siano una metafora: come la pietra preziosa vale tantissimi soldi sul mercato, così la necessità di rinascita delle tre protagoniste è qualcosa per cui vale la pena battersi fino allo stremo delle forze e rischiando tutto
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