Regia di Bloom Kolektiv vedi scheda film
Voto sulla fiducia.
Riporto una recensione vista su www.ecodelcinema.com, non firmata. Incuriosisce.
Ferdinando il duro: un film sull’assurdo
La vicenda di “Ferdinando il duro” ruota attorno all’omonimo protagonista, un omino che sembra quasi voler scomparire nel suo ampio cappotto. Nonostante il suo soprannome, Ferdinando è un uomo passivo, forse confuso, che si ritrova coinvolto dalle persone attorno a lui in un imbroglio di cui non comprende la natura.
Del tutto incapace di sottrarsi alla sequela di macchinazioni, Ferdinando viene trascinato sempre più a fondo in un’esperienza dalle tinte chiaramente kafkiane, un “processo” alla fine del quale per qualche motivo (ovviamente imprecisato) il protagonista è costretto ad assistere a un omicidio. L’atto in sé non viene neanche mostrato, ma viene invece eseguito off screen, come nelle antiche tragedie greche.
Ferdinando il duro: cast e produzione
La pellicola rappresenta un non indifferente trampolino di lancio per la Bloom Kolektiv, una compagnia dalle radici indie che sembra ambire al cinema sperimentale. Il loro esordio sul grande schermo infatti sembra avere tutte le caratteristiche di un film realizzato da un piccolo ma tenace gruppo di persone, come si intuisce da un trailer quasi straniante.
Il titolo del film riprende parola per parola la traduzione italiana del film comico tedesco “Der starke Ferdinand”, del 1976. La pellicola, diretta dall’acclamato regista Alexander Kluge (“La forza dei sentimenti”, 1983; “Occupazioni occasionali di una schiava”, 1973), tratta di un ex poliziotto dal carattere fortemente autoritario che, dopo essere stato licenziato dalla fabbrica in cui stava cercando di addestrare un esercito privato, decide di organizzare un attentato allo Stato per porre fine al lassismo dilagante.
L’accostamento per antitesi è evidente e trasforma una citazione colta in un occhiolino allo spettatore.
Il trailer:
https://vimeo.com/channels/1476429
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