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Black Money

Regia di Ji-young Chung vedi scheda film

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La recensione su Black Money

di alan smithee
5 stelle

FLORENCE KOREA FILM FEST 2020
Due brillanti analisti, in possesso di importanti informazioni segrete riguardo alla cessione di una importante banca coreana, di fatto svenduta al una finanziaria americana con grave pregiudizio di tutti gli azionisti di minoranza, vengono eliminati per evitare che possano testimoniare i dettagli di quella incredibile truffa.
Uno viene eliminato in una messa in scena di un incidente, mentre alla donna, salva ma ferita, viene inscenato un tentativo di suicidio, che peraltro la porta alla morte, mettendo in circolo la notizia di essere stata vittima di un abuso sessuale da parte di un affermato pubblico ministero.
Sarà costui che, determinato a scagionarsi da quelle ingiuriose accuse, avrà il compito di sbrogliare la ingarbugliata matassa che nasconde tutti gli illeciti commessi da parte di una casta di intoccabili, peraltro a lui assai vicina.

Black money, diretto con professionalità dal regista Ji-young Chung,  si presenta come un thriller organizzato con un certo dinamismo, che gli permette di districarsi tra la materia legale degli illeciti loschi affari portati a temine, denunciando un nuovo caso di capitalismo sfrenato e deviato in cui lo squalo più grande fagocita quello che gli sta al di sotto, contornandolo di una certa action in grado di calibrare il ritmo della vicenda, altrimenti in balia di una materia troppo tecnica e complessa per divenire appannaggio di un pubblico esteso.

Certo i personaggi che scendono in campo, a partire dal protagonista, reso con istrionica e scafata destrezza dall'attore Jin-Woong Cho, appaiono tutti fortemente consueti, se non proprio stereotipati, formine conformate a vantaggio di una storia di riscatto in cui un piccolo Davide, assieme a qualche coraggioso collaboratore, riesce alla fine a scalzare il perfido Golia, a seguito di uno scontro impari ma non così scontato nel suo epilogo.
Lo sviluppo tende a cercare di catturare lo spettatore, galvanizzandolo all'interno di una lotta per una verità troppo scomoda e troppo pregiudicante, per non essere tenuta il più possibile e a qualsiasi costo nascosta e diligentemente occultata.
 
 
 
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