Regia di George Clooney vedi scheda film
Pretenzioso film, diretto e interpretato da Clooney, non molto originale. Elegante ma freddo
Siamo nel 2049, prossimi ormai all’estinzione del genere umano, dopo un non specificato cataclisma, dovuto presumibilmente a catastrofici cambiamenti climatici, che hanno ridotto la Terra a una landa desolata, la vita non è più possibile, i pochi sopravvissuti si sono rifugiati nel sottosuolo. Ma non Augustine Lofthouse, uno scienziato e astronomo misantropo, che imperterrito resta da solo in una base scientifica in Antartide, unico luogo ancora “vivibile” del pianeta. Con il suo telescopio puntato verso le stelle, al cui studio ha dedicato una vita intera, lungimirante aveva previsto il flagello, isolato tra i ghiacci, rimugina sul suo passato e i suoi amori, non gli rimane altro da fare che guardare il cielo. Trascorre le sue giornate tra questi pensieri e le trasfusioni giornaliere di sangue, necessarie per restare vivo, a causa della malattia terminale che lo sta consumando. Finché un s.o.s. arriva dallo spazio. Si tratta della navicella spaziale Aether, con cinque astronauti, partita per verificare la possibilità di colonizzare un satellite di Giove. A bordo c'è Sully, che ha impegnato la vita per questo nobile scopo: consentire la perpetuazione del genere umano su un altro corpo celeste. L’equipaggio però ignora che la Terra è ormai del tutto inabitabile, Augustine cerca di metterli in guardia dai rischi che correrebbero nel rientrare sul nostro pianeta e prova a persuaderli a invertire la rotta e ricominciare su quel satellite, che lui stesso aveva individuato anni prima. L’antenna però non è abbastanza potente, le comunicazioni con Sully e i suoi colleghi sono frammentarie, Augustine deve spingersi ancora più a nord, dove c’è un’altra base e strumenti più potenti, ma non è proprio del tutto solo, con lui c’è Iris, una piccola bambina “dimenticata” durante l’evacuazione, nascosta nella sua stazione scientifica non parla ma sente e capisce. Il filo narrativo di The Midnight Sky scorre su due binari, Da un lato Augustine Lofthouse, scienziato solitario e riflessivo,con i suoi rimorsi e le use nostalgie, in compagnia della silenziosa Iris, che si esprime attraverso i disegni e dall'altro, l'equipaggio dell'Aether, la nave spaziale di rientro sulla Terra, che non riesce a contattare nessuno, in balia di improvvise avarie, piogge di meteoriti e quant’altro , prima di riuscire a realizzare con Augustine una commovente conversazione di commiato, un ultimo abbraccio “virtuale”, Due storie, quelle raccontate da Clooney, che finiscono per convergere e incontrarsi, e arrivare a una rivelazione finale non troppo imprevedibile. La trama che si ispira al romanzo “La distanza tra le stelle” offrirebbe in teoria molti spunti di riflessione, tuttavia di fatto oltre a suscitare spesso un senso di dejà vu, non riesce a trascinare, è poco avvincente, molto lento e anche prolisso. George Clooney gira un film ambizioso, con delle premesse potenzialmente molto intriganti, ma che alla fine, dopo aver messo troppa carne a cuocere, si perde per strada, deludendo le aspettative. Al netto di ciò comunque, si possono apprezzare una fotografia suggestiva, una colonna sonora appropriata e buoni effetti speciali. Il film è formalmente elegante, ma sostanzialmente freddo. Buone le prove attoriali
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