Regia di Pete Docter, Kemp Powers vedi scheda film
Il nuovo Disney Pixar è un gioiellino di tecnica e ispirazione tale che faccio davvero fatica a capire come possa essere fruito, non solo da una platea fanciullesca, ma anche da una gran parte di pubblico adulto che ormai si rifocilla solo a cinepanettoni.. premesso questo incipit vagamente polemico, lodi sperticate per un film davvero incredibile. Trovate, stile, disegni, armonia.. ma come accennavo prima, delicatezza, sensibilità e cuore grande dispensato a piene mani.. lezioni di vita come se piovesse ma senza alcuna supponenza o didascalismo. Una New York che vibra reale come se la si stesse calpestando, col sole in faccia a scaldarti e brillare, un limbo sospeso (ante-mondo) di una fatua inconsistenza che affascina e sorprende.. e c’è questa tenacia, questa forza, in Joe Gardner: insegnante di musica e aspirante concertista jazz, strappato all’improvviso ai suoi sogni terrestri, che cerca con tutta la sua forza di contravvenire ai disegni ultraterreni e ripiombare sulla terra per il Suo Personale Magico Concerto.
Lo accompagnerà “22”, un’anima incorporea in attesa di destinazione terrestre; il fato ed il genio Disney/Pixar li rivedrà a passeggio per New York non esattamente nei loro panni abituali.. e da qui non vi anticipo nulla, solo che la storia è talmente fantastica, sopraffina, fragile e tenera, da far commuovere i sassi. Una prova davvero eccellente, con un destreggiarsi tra i sentimenti molto meno pretenzioso e didascalico di, ad esempio, Inside Out, dove si perdeva di vista la naturalezza avventurandosi in arzigogoli da psicologia presuntuosa. Ultima nota per le suadenti musiche, splendido omaggio alle più grandi leggende del jazz statunitense.
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