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Nowhere Special - Una storia d'amore

Regia di Uberto Pasolini vedi scheda film

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La recensione su Nowhere Special - Una storia d'amore

di steno79
7 stelle

Uberto Pasolini è un regista italiano, fra l'altro appartenente per parte di madre alla dinastia dei Visconti di Modrone, dunque pronipote del grande Luchino, che da molti anni vive in Inghilterra dove è stato anche produttore di film di successo come "Full monty", e da alcuni anni si dedica alla regia, finora con tre lungometraggi di cui "Nowhere special" è il più recente. Pasolini sembrerebbe avere una predilezione per il tema della morte, che già aveva una grossa importanza in "Still life" e torna centrale in "Nowhere special", dove un giovane padre single condannato da una malattia incurabile cerca una famiglia affidataria per il suo bambino di quattro anni. Si tratta di un film ambientato a Belfast in Irlanda del Nord, per quanto venga dato poco rilievo al luogo in sé e venga suggerito il carattere universale della vicenda e dei sentimenti che animano soprattutto il padre; alcune notazioni sociologiche trapelano, tuttavia, dalle diverse sequenze in cui il padre si reca insieme al figlio a visitare le possibili famiglie per l'adozione e ci vengono esposte le loro vicende, spesso con difficoltà di ordine personale o lavorativo. Il film può essere definito una cronaca schietta e poco incline al sentimentalismo, quasi sempre sobrio nei modi scelti da Pasolini per rappresentare il dramma di questo personaggio che si trova solo contro il mondo, condannato da un destino crudele; alcune scene possono indurre alla commozione o al pianto, è inevitabile, ma è difficile fare rimproveri in questo senso alla sceneggiatura o alla stessa regia. Molto valido il contributo del protagonista James Norton che regge con bravura i primi piani e non eccede mai nella gestualità o nella dizione; incredibile l'apporto del piccolo Daniel Lamont, un bambino di soli quattro anni che è stato diretto con sensibilità, delicatezza e precisione dal regista. Tuttavia, devo in conclusione annotare che, pur avendo esposto finora praticamente solo annotazioni positive, il film mi è piaciuto abbastanza ma non mi ha suscitato un'impressione davvero forte, forse perché lo stile delle riprese mi ha ricordato un po' troppo Ken Loach o anche i Dardenne, forse perché il soggetto risulta arduo e, pur nel palese sforzo di rifuggire dalle scorie patetiche e melodrammatiche, alla fine manca qualcosa in termini più propriamente emotivi. Comunque un buon risultato, certamente coraggioso.

Voto 7/10

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Ultimi commenti

  1. obyone
    di obyone

    Mia moglie che ha lavorato in Ulster ha notato subito l'ambientazione nord irlandese dalla cadenza dei personaggi. Quindi l'indizio maggiore della sua ambientazione è nella visione in lingua originale e solo per chi ha sufficiente dimestichezza con l'inglese per notare i diversi accenti.

    1. steno79
      di steno79

      Ciao Roberto, ho visto il film in inglese con sottotitoli ma non sono in grado di distinguere l'accento irlandese. Intendevo che il regista non dà molto spazio al luogo ma si concentra soprattutto sulla storia del protagonista. Ho letto la tua ed è molto interessante, in effetti questa volta il giudizio è un po' diverso dal mio ma può darsi che io non abbia dato troppo peso alle qualità sicuramente importanti dell'opera. Grazie e a presto

    2. obyone
      di obyone

      Io ero piuttosto preso avendo un maschietto di poco più grande rispetto al piccolo protagonista per cui era facile immedesimarsi e soprattutto intravvedere nel rapporto padre/bambino molti degli atteggiamenti nel rapporto tra me e mio figlio. Sicuramente ciò ha aiutato nonostante a mio avviso il film eviti anche alla fine il facile melodramma con cui molto spesso i registi cercano la complicità del pubblico. Ciao!

    3. claudio1959
      di claudio1959

      Il finale è superbo e molto commovente

  2. Peppe Comune
    di Peppe Comune

    Questo film mi ha convinto più di te caro Stefano. Fosse solo perché Uberto Pasolini si conferma un autore capace di gestire la complessità dei sentimenti agendo di sottrazione. Come già successo in "Still Life", riesce a generare empatia con la solitudine del protagonista senza mai apparire ricattatorio. A presto, ciao

    1. steno79
      di steno79

      Ciao Peppe grazie del commento che mi fa molto piacere. Per il film prometto che lo terrò in considerazione per una eventuale "rivalutazione". Grazie e a presto

    2. claudio1959
      di claudio1959

      Un film da vedere più volte…migliora.

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