Regia di Gary Ross vedi scheda film
Due adolescenti vengono catapultati dentro una sit-com in bianco e nero il cui ventaglio di personaggi copre gli stilemi più comuni del perbenismo americano. Ogni gesto teso a scardinare gli stessi porterà una ventata di colore dentro il mondo patinato di Pleasantville. Buona satira sociale raccontata con toni da commedia.
Ross sfrutta un espediente da cinema fantasy per sferrare un attacco impietoso al conformismo che permea la società e - di riflesso - la televisione. Come già in La donna perfetta di Frank Oz, da un espediente fantasioso parte una sferzante presa di posizione contro il perbenismo. I due giovani protagonisti vengono catapultati a Pleasantville, un mondo in bianco e nero in cui è ambientata una serie tv che ha per protagonista una famiglia perfetta: tutti sono sempre sorridenti, vincenti e moralmente ineccepibili a Pleasantville, almeno fino all'arrivo di Jennifer Wagner, una figlia dei tempi moderni, smaliziata e disinibita che porta una ventata di colore nella piccola cittadina quando fa scoprire il sesso a uno degli adolescenti del luogo. Da quel momento gli equilibri su cui tutto il perfetto sistema si fonda cominciano a saltare, i giovani cestisti di Pleasantville che non avevano mai sbagliato un canestro né perso o pareggiato un incontro, iniziano a fare cilecca e, parallelamente, ogni volta che cade un tabù o un cliché della piccola comunità un pezzetto di mondo si colora e il bianco e nero viene rimpiazzato da vive tinte di colore. Non è solo una questione legata al sesso ma al conformismo, ognuno deve infrangere lo stereotipo entro cui è collocato, per colorarsi. La giovane svampita e superficiale dovrà leggere un libro, il ragazzetto perbene dare un pugno a un bullo, la signora Parker tradire il marito e così via. Pleasantville è ovunque, è oltre la televisione e per questo la metafora si fa ancora più potente attraverso l'espediente iniziale che catapulta i due adolescenti nel mondo patinato dietro lo schermo.
Manca qualcosa per parlare di capolavoro ma Pleasantville è comunque un film che ha una forte carica satirica, con una buona fotografia, bravi protagonisti e alcune trovate che non è esagerato definire geniali.
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