Regia di Stephen Frears vedi scheda film
Storia di due amici, del loro amore per la stessa donna e di una vendetta tenuta in sospeso per tutto il film, che ne racconta in flashback gli antefatti. Strana scelta: ambientare un western in un’epoca tardissima (gli anni ’40 del Novecento) ma poi ignorare quasi del tutto i possibili risvolti crepuscolari; ci sono i nostri che si oppongono al solito boss locale e si rifiutano di trasportare il bestiame sui carri anziché accompagnarlo a cavallo come ai vecchi tempi, ma la cosa viene lasciata sullo sfondo e resta solo un elemento pittoresco. Non c’è da stupirsi che a suo tempo il soggetto abbia suscitato l’interesse di Peckinpah, ed è superfluo sottolineare che con la sua regia sarebbe venuto fuori un risultato diverso e probabilmente migliore. Quello realizzato da Frears è invece un melodramma molto convenzionale, raccontato con un’estetica piuttosto datata. Altra stranezza: la tragedia non nasce dal contrasto amoroso (per inciso, il personaggio della Arquette non ha la statura della dark lady: è una semplice stronza), perché i due non sono apertamente rivali, ma da una drammatica divisione in seno alla famiglia di uno dei due. Caino e Abele: il primo omicidio della storia.
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