Regia di Stephen Frears vedi scheda film
Sam Peckinpah ha tentato di farlo per anni: “The Hi-Lo Country”, western tardissimo (è ambientato a Hi-Lo, nel Nuovo Messico, subito dopo la seconda guerra mondiale) tratto dal romanzo scritto nel 1961 da Max Evans. Morì prima di essere riuscito ad acquistarne i diritti, ed ora, attraverso i produttori Martin Scorsese e Barbara De Fina, la palla è passata a Stephen Frears, inglese capace di lavorare in America e di catturare con sorda autenticità lo spirito di certi generi. Se “Rischiose abitudini” era un noir raggelato in una cupa, circolare ossessione misogina, “The Hi-Lo Country” è un western moderno che conduce alle estreme conseguenze la tentazione mélo che spesso si è manifestata nel genere e che Peckinpah (ma anche Nicholas Ray, King Vidor e Samuel Fuller) aveva esplorato. Western del tramonto, segnato cromaticamente da enormi cieli rossi, dalla pioggia e dalla neve che decimano le mandrie degli ultimi cowboy (il giovane Pete e il suo migliore amico Big Boy), che ancora le portano al pascolo a cavallo, matura lentamente ma implacabilmente il suo dramma d’amore e di sangue. Amore incontenibile tra Ramona (Patricia Arquette) e Big Boy (Woody Harrelson), che si intreccia con l’amore di Pete (Billy Crudup) per Big Boy e per Ramona e per Josepha, amore-odio che affonda le radici nel passato tra Big Boy e il fratello Little Boy. Gli sguardi si incrociano, durante una sosta a una pompa di benzina e in due balli country, caricati da Frears di una tensione istintiva che finisce per esplodere in una rissa, una fuga notturna, un quasi-stupro corroso dal tradimento. E, nella comparsata di un attimo, la strega Katy Jurado (estremo omaggio a Peckinpah e al passato) sibila la maledizione di un \
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