Trama
I membri di una famiglia della Roma benestante reagiscono ognuno a modo proprio alla crisi finanziaria che minaccia il loro status sociale. A capo della famiglia vi è Mariagrazia, una vedova che ha una relazione con Leo, un uomo privo di scrupoli. Mariagrazia è anche la madre di due figli avuti dal defunto marito: Carla, da cui Leo è fortemente attratto, e Michele, consapevole del tentativo dell'amante della madre di sedurre la sorella ma in qualche modo indifferente a tutto ciò.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"Moravia è un autore che ho letto molto fin dal primo incontro con Agostino quando ero al liceo.
L'idea di un adattamento di Gli indifferenti è nata inizialmente dalla sensazione che i temi trattati nel romanzo fossero particolarmente attuali. Poi dall'urgenza di raccontare una storia che, con la concisione della tragedia aristotelica, potesse smascherare dall'interno una classe sociale capace di tollerare anche l'abuso pur di continuare a vivere alienata dalla realtà.
Abbiamo scelto una trasposizione contemporanea perché ci interessava sottolineare come nonostante i tanti anni passati e una società che si è apparentemente evoluta, la famiglia Ardengo, Leo Merumeci e Lisa, siano ancora qui tra noi. Volevamo lavorare sulla frustrazione e l'inquietudine generate da una coazione a ripetere atavica che è radicata e dannosa per la nostra società; utilizzare la valenza politica attribuita al romanzo a posteriori come riflessione provocatoria sulla nostra condizione socio-politica attuale. Partendo da questi presupposti e cercando di seguire l'ossatura del romanzo, abbiamo aggiornato la storia per vedere se l'adattamento potesse, organicamente, avere un punto d'arrivo nuovo, un movimento in avanti e non sul posto.
Lavorando sul testo, ci è parso che Moravia lasciasse nelle mani di Carla il destino della propria famiglia, ma che alla ragazza dinoccolata di fine anni venti mancassero i mezzi per opporsi alla tracotanza di Leo Merumeci e emanciparsi dall'indifferenza del proprio nucleo famigliare. In linea con questa interpretazione e studiando le figure femminili nella letteratura di Moravia ci è sembrato naturale che in un contesto di accresciuta consapevolezza e di strumenti concreti di difesa, fosse Carla a interrompere l'ipocrisia asfissiante degli Ardengo e il delirio d'onnipotenza di Merumeci. In sceneggiatura abbiamo cercato di trovare una forma che consentisse al romanzo di permeare le scene e i dialoghi senza creare sovrastrutture letterali. Ci siamo orientati verso una leggerezza narrativa che controbilanciasse la densità psicologica delle relazioni tra i personaggi per trovare un punto di equilibrio, un ponte tra passato e contemporaneità.
Gli indifferenti mi ha messo davanti a una sfida nuova e complessa fatta di personaggi che si muovono su un unico palcoscenico senza mai uscire di scena, indossando maschere drammatiche ingombranti, ma anche ironiche e parossistiche. Mi ha messo davanti a tanti riferimenti culturali impegnativi che ho cercato d'assorbire e integrare con un lungo lavoro di preparazione che mi aiutasse a definire una visione d'insieme armonica.
Questo percorso di ricerca mi ha portato a due scelte principali. La prima, quella che mi sembrava aggiungesse una maggiore universalità e, possibilmente, una dimensione simbolico-allegorica alla storia, era di fare un film corale; costruire una narrazione fruibile attraverso l'intreccio crescente e vorticoso delle pulsioni emotive dei quattro protagonisti. La seconda era di sostituirmi con la regia al punto di vista di Michele nel romanzo, mettendomi al centro del palcoscenico. Da questa posizione privilegiata, cercando di muovermi solo quando necessario, utilizzando le scenografie e i costumi per dialogare con l'immaginario moraviano e i tagli a 90 o 180 gradi come metafora spigolosa dell'anima di questo ambiente sociale, volevo seguire i personaggi dall'interno della loro intimità e mostrarli senza filtri, per quello che sono realmente. Per riuscirci, avevo bisogno di attori coraggiosi. Attori che avessero voglia di indossare le bruttezze e le morbosità di questi personaggi negativi, obbligati a fingere per sopravvivere".
Note
Da un romanzo di Alberto Moravia.
Trailer
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Commenti (8) vedi tutti
Non mi è piaciuto.
commento di Arch_StantonIl film è lento, e un po' pesante, ma in cambio restituisce un'atmosfera di angoscia e squallore, e lo fa mirabilmente. 7
commento di putrellaSinceramente ormai ho bisogno dei sottotitoli per capire i dialoghi di molti attori e attrici italiani che sussurrano biascicando le loro battute. Intere frasi di Pesce mi erano assolutamente incomprensibili
commento di Stepan"Gli indifferenti" rientra nella vasta schiera di quei film nostrani che, se da un lato non si possono definire brutti, dall'altro lato risultano essere stancanti per come tratteggiano il carattere borghese senza mai essere totalmente corrosivi. Si finisce per voler piacere ad ogni costo piuttosto che fregarsene e affondare i bisturi fino in fondo.
commento di Peppe ComuneA la-vo-ra-re!
leggi la recensione completa di mckGuerra Seràgnoli restituisce il climax di oscenità di cui si macchiano tutti i personaggi pur di continuare a conservare i propri privilegi. Ne esce il quadro asfittico di un’aristocrazia accecata dall’avidità, sul quale aleggia un’atmosfera morbosa, restituita benissimo dai tempi della regia e dall’ottima interpretazione di tutto il cast.
leggi la recensione completa di barabbovichUna buona versione dal romanzo di Moravia con personaggi tutti in parte e diretti benissimo,consigliato.
commento di ezioforse manca un pò di vera durezza, e Bruni Tedeschi per quanto brava offre sempre lo stesso personaggio, ma il film è ben fatto e scorre veloce verso la sua amara conclusione
commento di carloz5