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K.G.- Karate Girl

Regia di Yoshikatsu Kimura vedi scheda film

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Marco Poggi

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La recensione su K.G.- Karate Girl

di Marco Poggi
7 stelle

Due sorelle esperte in karate vengono separate, per dieci anni, dal cattivo di turno che uccise il loro padre/sensei per rubargli una preziosa cintura nera, rimanendo ferito e costretto su una sedia a rotelle. Saranno costrette a battersi fra loro, a causa del cattivo di cui sopra che addestrato la più piccola come se fosse sua figlia.

Due sorelle esperte in karate (la Rina Takeda già vista due anni prima in "HIGH KICK GIRL!", e la più piccola, ma altrettanto brava Hina Tobimatsu) vengono separate, per dieci anni, dal cattivo di turno che uccise il loro padre/sensei (nterpretato dallo stesso attore che ricopriva il ruolo del maestro che insegnava il buon karate non violento  in "HIGH KICK GIRL!") per rubargli una preziosa cintura nera (per degli esperti di karate, una cintura nera che, in una famiglia, si tramada di genereazione in generazione, è considerata un tesoro più prezioso dell'oro), rimanendo ferito e costretto su una sedia a rotelle. La recitazione degli attori (tutti atleti monoespressivi), specialmente delle due eroine, è davvero sconcertante, ma se l'idea qui è far credere che due ragazzine sotto i vent'anni siano capaci di darsele di santa ragione e di stendere decine d'avversari più forti e più grossi di loro, allora la missione è riuscita; e pure bene. In verità, la storia ci mette un pò a carburare, ma quando s'infiamma lo fa bene, garantendoci scene di lotta ben coreaografate, anche se, di tanto in tanto, si nota la mancanza di un'auto-ironia che stempererebbe un clima un pò troppo  teso e severo. Rina Takeda è, rispetto a "HIGH KICK GIRLS!", la protagoniasta assoluta della pellicola; stavolta è davvero lei, con i suoi abiti bianchi da liceale, l'esperta del "buon karate" capace di stendere decine di avversari con i suoi colpi, la segue a ruota la di nero vestita Hina Tobimatsu, che stupisce per quanto sia agile per la sua età. La trama dello scontro marziale fra sorelle (istigato dal cattivo, che brama ancora quella cintura nera, che credeva d'aver rubato anni prima, scoprendo poi d'essere stato ingannato dalla sua stessa vittima, che l'aveva sostituita con la sua fascia), che ignorano d'essere tali, finché non si riconoscono, mentre combattono fra loro, è già stata vista e abusata parecchie volte, però ha sempre quel qualcosa di fiabesco che  conquista lo spettatore. Avvincenti gli scontri con gli altri avversari, specia quello finale con il forzuto americano, al servizio del cattivo (un uomo che sa uccidere chi gli si frappone davanti, anche se è  un disabile)..Simpatico,   

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