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Memory Box

Regia di Joana Hadjithomas, Khalil Joreige vedi scheda film

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La recensione su Memory Box

di diomede917
8 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917:MEMORY BOX

 

Nella dedica finale “Ai nostri figli” ci sta tutto il senso del film e della sofferenza del ricordo che ha segnato la vita della regista Joana Hadjithomas che insieme al marito Khalil Joreige ha voluto dare voce, corpo e anima alla corrispondenza che ebbe con la sua migliore amica, fuggita in Francia, nei primi anni ’80 raccontando una Beirut che stava vivendo uno degli momenti più tremendi della propria storia che avrebbero cambiato per sempre la vita di tutti quelli che l’abitavano e la vivevano.

La Memory Box che dà il titolo al film è quella che arriva inaspettata alla vigilia di uno dei Natali più freddi che avrebbero colpito la città di Montreal, a casa di Maia. Quella scatola dei ricordi arriva direttamente da Beirut ma soprattutto il mittente è il fantasma del Natale passato che porta il nome di Liza.

Un fantasma che cela un passato dolorosissimo che è stato rimosso con grandissima fatica.

Un passato che ha segnato non solo la vita di Maia ma anche quello di sua madre, la nonna Teta fatta di roccia che in quasi trent’anni di vita canadese non ha imparato, volutamente, una sola parola di francese continuando a parlare e relazionarsi con la figlia e la nipote in libanese.

Perché c’è anche una nipote in questa storia, forse la vera protagonista inaspettata. Si chiama Alex, sta soffrendo per amore, comunica con i suoi amici solo tramite chat e solo l’idea di passare il Natale con la madre, la nonna e le foto in bellavista del nonno e dello zio morti (mentre il padre è in Francia con la sua nuova famiglia) la sta facendo impazzire.

L’arrivo di quella scatola magica permette alla ragazza di conoscere e scoprire chi è veramente sua madre, chi si nasconde dietro quella donna anaffettiva che non vuole più amare nessuno, chi è la nonna Teta e chi si nasconde dietro il suo dolore represso. E soprattutto di capire e conoscere la terra che ha dato i natali alla sua famiglia e di come quelle bombe e tutta quella violenza non solo ha distrutto una città ma ha distrutto un’intera generazione.

Eppure, nonostante queste premesse, Memory Box è un film dove si respira vita e amore.

Grazie alla colonna sonora conosciamo la spensieratezza di questa meglio gioventù libanese che combatte gli orrori della guerra ballando a più non posso One Way or another di Blondie, che si ama e si bacia senza freni in macchina mentre fuori c’è il conflitto.

I registi sono bravissimi a creare questo atmosfera animando foto, super8 e musicassette simbolo della generazione che ha vissuto i meravigliosi anni ’80 contrapponendoli con la generazione degli smartphone che immortalano tutto con un selfie e una chat di what’s app.

Vi è una sorta di passaggio di testimone tra queste tre generazioni di donne che si trovano costrette a fare i conti con loro stesse grazie a questa Memory Box e alla fine la Messa in suffragio di Liza sarà l’occasione per fare pace con il Libano e darsi una nuova opportunità di vita e di amore.

Perché, come ci dice l’ultimo fotogramma del film, adesso a Beirut c’è il sole.

Voto 8

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