Regia di Goran Paskaljevic vedi scheda film
Al Cabaret Balkan, un attore ci avverte che ne vedremo delle belle. Saranno brutte, bruttissime. Un buon film che viene da un margine sanguinante. Un groviglio raggrumato di storie e facce. In una notte, a Belgrado, tutte le violenze e sofferenze insieme. Mane torna dall’estero, il tassista fuma, lui gli dice che il fumo uccide. Risposta: "Qui tutto uccide". Un altro personaggio: "I Balcani sono il buco del culo del mondo. Qui sei sulle emorroidi". Qui nei Balcani, dove "c’è profumo di soldi e puzza di morte", dove non c’è uno che non tradisce, uccide, picchia o è picchiato, odia o soffre. Paskaljevic sa mostrarci lucidamente il suo paese, la guerra già finita, e quella che sarebbe arrivata, quella che continua... Basta un incidente per scatenare una catena di contraccolpi che nessuno sa fermare. Tutti ci hanno fatto l’abitudine, nessuno riesce a star fuori dal dolore, facendolo o subendolo. Maledizione antropologica, rabbia che viene da lontano, piccoli risentimenti quotidiani. Alla fine, l’attore del Cabaret Balkan beve, perfidamente, alla nostra salute.
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