Regia di Harry Macqueen vedi scheda film
Il critico Giovanni Bogani, apprezzato esperto in Italia del cinema di Wim Wenders, ha paragonato questo "Supernova" del giovane britannico Harry MacQueen al capolavoro del regista tedesco "Nel corso del tempo", forse perché sono entrambi film on the road. Personalmente non ci vedo molti punti di contatto, lo stile è assai diverso e anche i contenuti, dato che qui siamo in una riflessione sull'amore di coppia omosessuale messo duramente alla prova dalla malattia che colpisce precocemente uno dei due membri della coppia, mettendo l'altro di fronte a scelte difficili e a riflessioni esistenziali particolarmente ardue. Il film nel complesso funziona perché può contare su una regia assai sensibile che gestisce con intelligenza i tempi delle sequenze principali e le integra con un dato figurativo spesso accattivante, avvalendosi di un'ambientazione nel Lake District che non ha nulla di banalmente turistico e risulta uno sfondo ben scelto al dramma della coppia. MacQueen ovviamente affida il cuore dell'opera ai due attori, un Colin Firth e uno Stanley Tucci coraggiosamente invecchiati, assai lontani dagli stereotipi di altri personaggi omosessuali interpretati rispettivamente in "Mamma mia" e "Il diavolo veste Prada", molto bravi nel dosaggio delle emozioni e nel gioco di squadra, senza voler sopraffare il partner. Tuttavia, per onestà intellettuale devo riconoscere che, nonostante una valutazione abbastanza positiva della pellicola nel suo complesso, ho trovato lo sviluppo della seconda parte piuttosto prevedibile, con alcune "scene madri" che mi hanno comunque ricordato certi momenti topici di altri film su malati terminali e con alcuni dialoghi non proprio impeccabili, dunque non griderei proprio al miracolo pur apprezzando l'impegno degli artisti coinvolti.
voto 7/10
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