Regia di Harry Macqueen vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 - SELEZIONE UFFICIALE
Sam e Tucker, un amore puro e totalizzante che sfida le regole inderogabili della fragile vita biologica che ci tiene legati, finché possibile, a questa vita terrena tribolata e spesso ingrata, ma pur sempre irrinunciabile ed agognata.
La diagnosi di demenza precoce che non dà scampo al futuro da uomo cosciente per il brillante scrittore Tusker, diviene un fardello ancor più difficile da accettare per l'amato compagno pianista Sam, che per l'interessanto, che comunque ha già vissuto le tragiche tribolazioni che questo suo terribile futuro all'insegna dell'incoscienza, gli ha ispirato.
Pertanto San, sconsolato dalla prospettiva di stare per perdere l'elemento più prezioso ed a lui caro, organizza un viaggio in camper per quello che, probabilmente, sarà l'ultimo incontro da cosciente del compagno con gli amici di un tempo.
Harry Macqueen, qui al suo secondo lungometraggio dopo Hinterland, va oltre la problematica dell'accettazione dell'amore omossessuale, del discorso discriminatorio che spesso ostacolano il sereno compimento di una vita di coppia con tali caratteristiche.
Qui in Supernova - titolo che fa riferimento sia alla passione, condivisa da entrambi i membri della coppia, per l'osservazione notturna al telescopio dei cieli stellati, sia a quel concetto di eternità legato al concetto di Universo, si va oltre e ci si concentra sul concetto dell'universalità della coppia, e della solidità a cui conduce un rapporto intimo ed accorato che ha l'orgoglio di sfidare la fragile caducità dell'esistenza terrena.
Macqueen si prodiga a riproporre la formula, ampiamente collaudata, del road movie sentimentale in più con tanto di camper, forte del contributo di due solide star ispirate e più o meno in forma, come recentemente avvenuto nella produzione internazionale di Paolo Virzì, Ella & John, con la scenografica coppia Mirren e Sutherland.
Accorto ad evitare ogni stucchevolezza (pure il cane della coppia fa il vero cane e non il tenerone acchiappapubblico), Macqueen sfrutta soprattutto le due celebri star - un Stanley Tucci sempre raffinato ed impeccabile, ed un Colin Firth imbolsito e dallo sguardo fisso come ormai è abitudine ritrovarlo - e si adagia nei sentieri della pura maniera, offrendo un ritratto di coppia matura forte e dolente, ma anche un pò troppo visto e rivisto in precedenza, scarsamente aiutato dallo sviluppo, piuttosto prevedibile e senza sussulti, della vicenda, puntuale nel suo dispiegamento come un orologio svizzero.
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