Regia di Romola Garai vedi scheda film
Un altro esordio FLOP, questa volta opera di un'attrice inglese pronta a convertire una pessima sceneggiatura in uno dei tanti inguardabili horror degli ultimi anni. Finale veterofemminista dal taglio allucinato, che sprofonda nello sciocchezza con l'epifania di una mostruosa, grottesca e surreale entità castiga uomini.
Londra. Tomas (Alec Secareanu), un ex soldato senzatetto, tramite una suora accetta la proposta di alloggiare da Magda (Carla Juri), una ragazza depressa, che deve prendersi cura della madre disabile. La sua presenza, oltreché di supporto morale per Magda, si rende indispensabile per effettuare lavori di restauro alla casa. Inizialmente tra i due prevale un certo distacco, dato che la ragazza sembra non gradire la presenza dell'uomo ma, con il passare dei giorni, Tomas si affeziona sempre di più, arrivando a provare un sentimento affettivo che sembra essere contraccambiato.
Il film cazzata se non del decennio, sicuramente dell'anno. Opera di un'attrice inglese che, vanagloriosamente, decide di passare dietro la macchina da presa e, al tempo stesso, portare sullo schermo una sua allucinata e indescrivibile sceneggiatura. Una che vorrebbe mostrare le palle insomma (e invece le fa girare al pubblico). Un'attrice anacronisticamente veterofemminista (vedere il film per capire) che però non c'incastra affatto con le nuove mansioni e riesce a sprecare quel poco che ha a disposizione, soprattutto in termini di risorse umane. Perché l'unica cosa certa è che i due protagonisti (Alec Secareanu e Carla Juri) sono davvero bravi. E, assieme alla bella fotografia, impongono di non stroncare nettamente il film, che a livello tecnico ha un suo valore.
E' tutto il resto in Amulet che non funziona anche se come sempre, nonostante la modesta media di 4,6 su 10 (con oltre 1.600 voti), qualche intrepido temerario su imdb difende ad oltranza questa vera schifezza, arrivando ad assegnare punteggi irrazionali (8, 9 o 10) e tirando in ballo le solite giustificazioni infondate. Alcune a titolo di esempio: "Horror astratto visibilmente sbalorditivo (!!!!)"; "Realizzato per gente attenta e con memoria per ricordare eventi e dialoghi con connessioni che legano magnificamente"; "Spettrale, rivoltante e inquietante"; "Bizzarro e oscuro" (e questo bisogna vedere se è un pregio, aggiungiamo noi).
Amulet è il solito racconto privo di una solida base, ammantato di rivoltante taglio autoriale e convertito in un tipo di film definibile come "visto e rivisto migliaia di volte". L'unica differenza è data dalla svolta conclusiva, in grado di dare corso ad uno dei finali più stupidi che si possa immaginare (e tirare in ballo il simbolismo è ancora più demenziale). Il colpo di scena - in stile "deux ex machina" - fa letteralmente rimpiangere il tempo speso nella visione, limitata alle azioni di due personaggi incredibili (per non dire della madre ammalata) che fanno cose assurde in un contesto che dovrebbe essere "de paura", ma che concilia unicamente un sonno profondo. Il pubblico lo ha sonoramente stroncato, dato che dopo il rilascio in streaming avvenuto a fine luglio, ha incassato circa 20.000 dollari. E credetemi, sono anche troppi.
“Ho molta difficoltà con l'idea che possa esistere un uomo ideale.
Per quanto mi riguarda, i maschi sono il prodotto di un gene danneggiato.
Loro fanno finta di essere normali ma tutto ciò che fanno è stare lì seduti con un sorrisino sulla faccia nel mentre che producono sperma.
Lo fanno tutto il tempo. Non si fermano mai.” (Germaine Greer)
Trailer
F.P. 23/09/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 99'32")
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