Regia di Francesco Bruni vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 – EVENTO SPECIALE
All'ambizioso e un po' irascibile regista cinquantenne Bruno Salvati, uomo impulsivo e poco propenso a scendere a patti con i produttori, che se possono lo evitano, capita che un banale incidente gli faccia scoprire di soffrire di una grave patologia che lo costringe ad un trapianto di midollo spinale.
La ricerca di un donatore, dopo che i due figli dell'uomo si rivelano poco compatibili, lo spinge a venire a conoscenza di un segreto di famiglia che gli permetterà non solo di allargare la sua cerchia parentale, ma, alla fine, di recuperare la sua stessa unità familiare, compromessa da un unione matrimoniale fino a poco prima sull'orlo del baratro.
Ispirato ad una seria e traumatica esperienza personale, pure quella conclusasi felicemente, il regista Francesco Bruni trova ispirazione per tornare in regia, riuscendo a mantenere le aspettative di regista di buone commedie ben scritte che sino ad ora la sua carriera ci ha comunicato.
Tre anni dopo il valido “Tutto quello che vuoi”, Bruni ritrova lo spirito disincantato e umanissimo che riesce ad ispirarlo anche quando al centro della situazione si ritrova un protagonista impegnato ad affrontare una seria lotta per la sopravvivenza, ed una malattia che spesso non lascia molte possibilità di scampo.
Ma qui il tono si mantiene lieve ed ispirato, e la definizione dei personaggi leggera e garbata, senza per questo finire per edulcorare troppo situazioni e punti di vista, che rimangono sufficientemente realistici e credibili.
Forte di un cast davvero coeso ed ispirato, con alla testa il solito bravissimo e perfezionista Kim Rossi Stuart, coadiuvato da interpreti di razza come Lorenza Indovina, Barbara Ronchi, Nicola Nocella, e vecchie volpi della recitazione come l'ottimo Giuseppe Pambieri, Cosa sarà convince e si lascia guardare con piacevolezza nonostante intraprenda un percorso denso di pericoli che, in altri casi, avrebbero sviato verso la stucchevolezza o la facile melassa, qui annientate da una sana dose di ironia, dalla capacità di spaziare tra le sottotracce della vicenda, fino addirittura a sconfinare nel citazionismo cinematografico, con la scena esilarante della proiezione organizzata nel cinema dell'ospedale in onore del regista e paziente protagonista.
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