Regia di Norman Jewison vedi scheda film
Il film è la formalizzazione dell incubazione aliena (l utero è il convento) attraverso l operatività negativa della matrice materna. La storia del figlio non richiama sicuramente quella di Maria immacolata che la giovane Agnese puó evocare.
Assistiamo ad un infanticidio da parte della stessa madre, la versione schizzofrenica della natalità del Cristo che viene vissuto come un errore (il richiamo alla madre è evidente) abbiamo una stalla che funge da grotta, delle bestie, un convento, un campanile che può richiamare Betlemme, ma la culla è vuota, anzi, l unica cosa che rimane è la scatola per la carta straccia dove è stato deposto il neonato dopo l omicidio.
Tutta la storia della paternità è un pretesto, una maschera. Alla donna non interessa davvero sapere chi è il padre, Non è uno scontro tra "verità e fede", perché la donna ha già rimosso la possibilità per quel tipo incontro che rimane inconscio. Semplicemente non lo conosce, basta vedere come si relaziona con l ambiente circostante, il gesto della sigaretta, il fumare continuo..
Non c è contatto vivo (la suora che sposta il fieno, la mucca che viene munta..) da parte della psichiatra, ma una specie di prolungamento analitico senza possibilità di autoincontro.
In sostanza la psichiatra è, a insaputa della stessa, un 'agente' inviato dlla madre defunta. La psichiatra non lo sa, ma è stata scelta per quel caso e questo lo capisco dal modo sbagliato con cui entra in empatia con "la figlia" che vorrebbe portare via. Basta vedere l invadenza, la sfrontatezza e la petulanza con cui estorce le informazioni alla "povera e innocente" Agnese e dalla modalità del confronto verbale e di pensiero con la superiora che sicuramente non sarà una santa, ma non sprovveduta la quale non si fa intimidire e ne schiacciare dai sillogismi della donna
C è di mezzo un omicidio, tutti cercano "il colpevole", ma é questo lo rivela Agnese: "lei mi controlla, anche se è morta".
Per cui, per eliminare il senso di colpa della novizia la donna cerca di sostituirsi alla figura materna che possedeva la suora.
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