Regia di Norman Jewison vedi scheda film
Anche se ha vinto un Oscar per "La calda notte dell'ispettore Tibbs", il canadese Norman Jewison non ha mai raccolto gli entusiasmi della critica al punto di essere definito un autore,come ho già detto altrove, forse per il troppo eclettismo nei generi e nei temi: eppure è difficile trovare un brutto film che porti la sua firma (sì, lo so , c'è quello girato in Italia con Downey jr. e la Tomei, ma non l'ho visto...), e alcuni dei suoi interpreti hanno fornito,sotto la sua direzione, prove tra le migliori della loro carriera. "Agnese di Dio", che vide candidate all'Academy Award senza vincerlo due tra le principali interpreti di una vicenda interamente al femminile, non è tra le cose più riuscite del regista di "Jesus Christ Superstar", però ha il merito di portare il discorso sull'impenetrabilità di una comunità religiosa, e di sottolineare il contrasto tra una visione dura, severa, punitiva del credo e un'altra più gaudiosa, che accompagna i morenti con canti e si avvale della possibilità del perdono. Tratto da un dramma teatrale rappresentato in molti paesi, il film conta su tre ottime attrici (la Fonda ha il personaggio più diluito dalla sceneggiatura, ma non è colpa sua), non pretende di dare tutte le risposte alle domande che pone, poggia su un eccesso di simbolismi (Agnese con le mani sanguinanti e le braccia aperte sulla parete sotto il Crocefisso) che è un peccatuccio comune a chi si avvicina ai temi sacri. Più interessante che buono, ebbe in Italia distribuzione rada e rabberciata.
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