Regia di George Zervoulakos vedi scheda film
L'impossibile storia d'amore tra una donna di mezza età e un giovane attraente, comparso dal nulla come materializzazione dei più reconditi sogni e desideri. Dalla Grecia, un dramma destinato ad evolvere in pura tragedia.
Dentro un commissariato di polizia viene interrogata una donna, colpevole di omicidio. Ha sparato a sangue freddo su un giovane, nudo in corsa nella neve. La donna rifiuta di dare spiegazioni mentre, condotta in carcere, rivive con malinconia gli eventi del recente passato.
Eliza (Aimilia Ypsilanti) è una professoressa di mezza età, impegnata a comporre un libro sulla mitologia di Dioniso, mentre si trova isolata in una casa sommersa dalla neve e priva di linea telefonica. Le sue intenzioni di concentrarsi nella scrittura vengono però tradite dal rinvenimento di Alexios (Christo Spyropoulos), un ragazzo, mezzo nudo e in condizioni critiche, che decide di soccorrere ospitandolo in casa. Alexios è ricercato dalla polizia, essendo evaso da un carcere, ma Eliza trova in quel giovane l'affetto (e soprattutto l'amore) che le è mancato per anni, dopo che ha perso il marito a causa di un incidente stradale. Improvvisamente, un giorno, alla porta di casa di Eliza appare Agni (Aliki Zanou). La graziosa figlia ha infatti deciso di passare un po' di tempo con la madre, senza immaginare che la stessa stia vivendo una relazione sentimentale con un ragazzo -dal quale viene subito attratta- della sua stessa età.
Eschilo, Sofocle, Euripide: nomi che tutti, durante gli studi, prima o poi abbiamo incontrato. Sui libri di storia, in relazione alla fondamentale cultura greca, in particolare a quella artistica. Nel dettaglio, il teatro: animato da drammi e, in prevalenza, tragedie. Non sorprende quindi che Gymnoi sto hioni (letteralmente Nudo nella neve), sofisticatissimo film sceneggiato e diretto da George Zervoulakos, sia una moderna rielaborazione di un testo attribuito ad Euripide. Autore che è stato in grado di concretizzare in scritti epici storie universali, ovvero racconti eterni che sopravvivono, con la stessa carica romantica e tragica, al trascorrere del tempo, e a qualunque latitudine. La bravissima e tormentata Aimilia Ypsilanti, presta dunque anima e corpo alla protagonista. Protagonista che, per quanto prigioniera dell'amore, è consapevole che non può competere con i vent'anni della figlia (bellissima, e non a caso con un volto dal perfetto profilo... greco). Tutto il film, raccontato in flash back (oggi una consuetudine, ma ben altrimenti nel 1974), fa leva sul contrastato sentimento di amore vissuto dalla sensibile e -purtroppo per lei- realistica Eliza. Donna ancora piacente, ma talmente presa dalla gelosia (sorge il sospetto che, ad attrarla, sia soprattutto lo stato di idilliaca giovinezza dell'adolescente) da arrivare a desiderare la partenza della figlia. Una figlia che, scopre con certa tristezza, è diventata prima di tutto una rivale.
Muto testimone del dramma, il solo clima invernale, con colori anch'essi in opposizione, che passano dal bianco delle montagne innevate, al nero dei capelli corvini dell'affascinante Aliki Zanou. Perchè sì, è vero che l'amore non ha età. Ma è vero anche che l'attrazione segue leggi di natura. E che la gioventù, da un punto di vista squisitamente estetico, è assai più bella e passionale della maturità. In un contesto di tale immensa e controversa carica sentimentale, vissuta con malcelata sofferenza da Eliza, la tragedia non può che raggiungere picchi estremi. Così quel magnetico corpo nudo di un giovane nel pieno della bellezza fisica, scoperto sotto alla neve, torna esattamente da dove è comparso. E quando un sogno finisce, spesso si trascina dietro tutte le speranze. Motivo per cui la tragedia si moltiplica, finendo ingiustamente con il trionfo della Morte.
"La morte, la morte, dolcissima e amara,
la morte che cerchi nella notte chiara,
che cerchi per dirle quanto l'ami ancora,
che eri andato via ma di nuovo sei qui ora,
perché non puoi stare lontano da lei
e le dici piangendo: io per te morirei,
e che sei il suo schiavo, e che lei è sovrana,
la morte, la morte, la morte puttana." (Tiziano Sclavi - Dylan Dog)
F.P. 23/10/2019 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 85'28")
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