Regia di Emidio Greco vedi scheda film
Il più brutto film di Emidio Greco è questo Milonga, girato con povertà di idee e tanta approssimazione nel 1999; approssimazione nella storia - da una sceneggiatura scritta dal regista stesso insieme a Paolo Breccia - e nella scelta degli interpreti: a parte Claudia Pandolfi, qui in divisa ancora prima dei fasti del Distretto di polizia televisivo, e del tutto incapace di recitare, anche Giannini sembra semplicemente sprecato in un ruolo tanto banale e tratteggiato con superficialità; per non parlare della presenza di Gianni Sperti, ballerino proveniente da una serie di mediocri trasmissioni Mediaset e salito alla notorietà per aver recentemente sposato la starletta Paola Barale; e di Yvonne Sciò, altro volto catodico il cui accesso al mondo dello spettacolo avvenne nientemeno che grazie al Boncompagni di Non è la Rai. Le musiche di Bacalov assecondano senza guizzi la vena sudamericana della storia; la trama vive i più convenzionali colpi di scena con un ritmo talmente blando da suscitare sbadigli a ripetizione (incomprensibile Claudia Pandolfi - ultratopa poco più che ventenne - che si dichiara allo sgualcito sessantenne Giannini, ottenendo peraltro un imbarazzato rifiuto). Il quarto d'ora finale praticamente è muto: la sequenza conclusiva placidamente scorre lungo un'interminabile scena di ballo (e forse questa voleva essere l'idea geniale del film, viene da pensare, preoccupati). 4/10.
Commissario attempato, in odore di omosessualità, indaga su un serial killer che si aggira nel mondo dei ballerini di milonga (simile al tango). Al suo fianco ha una bella poliziotta ventenne che gli si dichiara, mettendolo in serio imbarazzo.
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