Regia di Peter Mullan vedi scheda film
Diretto dall'eccellente attore di "My Name Is Joe" di Ken Loach, interpretato da uno degli attori (Gary Lewis) che gli fu accanto in quel film, "Orphans" è un buon film, che sembra un "Fuori orario" scozzese girato da Abel Ferrara anziché da Scorsese. Mullan (che dedica il film alla memoria della madre Patricia) frantuma in quattro la nottata degli orfani e trova accenti credibili, benché qualche sequenza sia volutamente (ed eccessivamente) virata in grottesco, come quando Michael (forse il più "normale" dei quattro) fuma e bestemmia in chiesa o come quando la chiesa viene scoperchiata da un uragano (con la statua della Madonna che va in pezzi per la seconda volta) e benché qualche psicologia sia tirata via, soprattutto quelle di John e del cugino criminale. È comunque eccellente la caratterizzazione di Thomas, un maniaco depressivo ben interpretato da Gary Lewis.
Con tutti i suoi difetti "Orphans" è un film ben girato e interessante e fa riflettere sulla vitalità del cinema britannico rispetto a quello nostrano. Ci manca un Ken Loach (Bellocchio non è che una sbiadita e malriuscita controfigura), ma ci manca probabilmente anche un Mullan. (18 dicembre 2004)
C'è chi onora i vivi e chi onora i morti, trascurando i vivi. Tra questi ultimi c'è sicuramente Thomas, il maggiore dei quattro fratelli Flynn, che, nella notte che precede il funerale della mamma, trascorre, come promesso alla defunta, la notte in veglia accanto alla bara, mentre i tre fratelli si cacciano nei guai.
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