Regia di Neil LaBute vedi scheda film
Jerry tradisce Terri con Mary, moglie dell’amico Barry, e lei lo ricambia lasciandolo per la gallerista Cheri. Intrecci di amicizia e di sesso fra borghesi benestanti che si muovono esclusivamente in interni (supermercati, librerie, ristoranti, palestre, saune, alberghi) e hanno nomi assonanti (c’è pure Cary) che sottolineano la sostanziale intercambiabilità dei loro proprietari; analogamente, la scena ricorrente in cui Cheri illustra un quadro a uno degli altri personaggi usando le stesse parole suggerisce una situazione bloccata nella ripetizione di sé stessa. Come nel precedente Nella società degli uomini (1997), il regista Neil LaBute ha problemi di tenuta narrativa ma costruisce bene le singole scene, che a volte sono davvero esilaranti. La cosa migliore è il bel sestetto di attori: Ben Stiller intellettuale noioso, Aaron Eckhart tenerone, Amy Brenneman ombrosa e inquieta, Catherine Keener sempre incazzata, Jason Patric puttaniere un po’ mitomane (forse), Nastassja Kinski lesbica praticante. Un film che non dice nulla di nuovo, ma lo dice in modo gradevole: fa pensare a un Woody Allen incattivito.
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Strano il caso di Neil LaBute. Praticamente la sua carriera ad alti livelli, iniziata con la sua folgorante opera prima (Nella società degli uomini), è terminata tre anni dopo (nel 2000), con Betty Love in un continuo decrescendo. In mezzo questo bel film che hai commentato. Dall'anno giubilare è praticamente sparito dalle scene internazionali mettendo in fila opere modeste. Uno spreco di talento ben rappresentato dal suo prossimo progetto previsto per quest'anno e prodotto a Singapore. Tal "Bridget Jones Diary"... Il titolo dice tutto...
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