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Affliction

Regia di Paul Schrader vedi scheda film

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La recensione su Affliction

di uccio
7 stelle

Afflizione: stato di tristezza e di angustia cagionato da dolori soprattutto dell'animo (diz. Treccani).

E' l'animo di Wade Whitehouse (Nick Nolte) ad essere afflitto, un'afflizione palesata sullo schermo non solo dalla prova d'attore di un Nolte ispirato ma anche dal paesaggio costantemente innevato e freddo del New Hampshire e dallo score musicale che amplifica i sentimenti cercati da Paul Schrader nella realizzazione della pellicola.

L'inadeguatezza nell'assolvere i compiti necessari per diventare una figura paterna di riferimento è uno dei grossi problemi interiorizzati, con tutte le problematiche che ne conseguono, da Wade. La figlia Jill non desidera passare del tempo con lui, rifugiandosi nella nuova vita della madre Lillian (Mary Beth Hurt), ex moglie di Wade. Allo stesso tempo anche nel ruolo di figlio Wade non si sente sereno, i suoi ricordi spesso tornano al padre violento (James Coburn) e alle prepotenze subite da lui e dal fratello Rolfe (Willem Dafoe) dal gretto genitore in preda ai fumi dell'alcol.

A tenere in carreggiata Wade ci sono il lavoro da poliziotto nella piccola cittadina in cui abita e la relazione con la cameriera Margie (Sissy Spacek). Poi la morte sospetta del sindacalista Twombley (Sean McCann), personaggio scomodo deceduto incidentalmente durante una battuta di caccia, insinua un tarlo nella mente di Wade alimentato anche dal parere del fratello Rolfe.

Più che la vicenda dell'incidente a Schrader interessano le tensioni, gli uomini e le loro sofferenze, le inadeguatezze, i sentimenti, il malessere di vite imperfette, forse troppo. E proprio questo è l'aspetto più interessante del film, un aspetto sottolineato bene da attori in gran forma (Coburn vinse anche l'oscar al miglior attore non protagonista) e da una narrazione densa e molto trattenuta, ovattata come l'atmosfera invernale del New Hampshire.

Nonostante il nome di Paul Schrader torni spesso dove si parla di cinema, finora lo conoscevo più come sceneggiatore (Taxi driverToro scatenatoAl di là della vita limitandoci ai titoli scorsesiani) che non come regista. Affliction è un film di quelli che sembrano presentare storie vere (in fondo di deviazioni dalla routine consolidata per abbracciare derive tragiche sono pieni i telegiornali ogni giorno), un film di quelli passati sotto silenzio che chissà in tv quando è possibile vedere, un film d'attori, di dialoghi, un film se possibile da recuperare.

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