Regia di Bruno Paolinelli vedi scheda film
Durante la seconda guerra mondiale, in un paesino occupato dai tedeschi vengono uccisi tre nazisti in un attentato. I tedeschi esigono che il colpevole si faccia avanti, altrimenti uccideranno trenta ostaggi. L’unico disposto a farsi avanti è un innocente.
Caso abbastanza atipico, questo film racconta un episodio della seconda guerra mondiale frutto della fantasia degli sceneggiatori, vale a dire lo scrittore Giuseppe Berto e il regista Bruno Paolinelli, per quanto la trama abbia bene o male delle chiare attinenze con l’eccidio delle Fosse Ardeatine. A ogni modo Legge di guerra funziona e anche bene: cento minuti di tensione crescente fino all’epilogo eroico, crudo ma necessario, che dà peraltro la misura della disumanità di ciò che è stato il secondo conflitto mondiale. Paolinelli veniva da una manciata di sceneggiature – per lo più commedie – e da due regie piuttosto ‘popolari’ se non semplicemente alimentari: I pappagalli (1955) e Tunisi top secret (1959); vederlo alle prese con una pellicola di guerra dai toni impegnati potrebbe perciò far storcere il naso, quantomeno in un momento iniziale, ma ben presto l’ottima costruzione della trama e la messa in scena di evidente solidità sciolgono ogni possibile dubbio. In particolar modo va poi sottolineata la presenza di Mel Ferrer nel ruolo del protagonista, assolutamente convincente; al suo fianco si trovano fra gli altri Magali Noel, Peter van Eyck, Michael Hinz, Paul Muller, Ida Galli/Evelyn Stewart, Jean Desailly e Maria Michi. Il budget è visibilmente ristretto, l’operazione nel suo complesso non risulterà tanto originale, ma vanno senz’altro riconosciuti i meriti dell’opera. 5/10.
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