Regia di Antonio Pisu vedi scheda film
Un film decisamente esile sulle avventure di un gruppo di ragazzi romagnoli in cerca di avventure nell'Est Europa prima che crolli il muro di Berlino, e che paradossalmente ha la sua parte più interessante nei filmini amatoriali veri usati per i titoli di coda
I film incentrati su storie vere corrono sempre il rischio di rimanere impaludati nelle sabbie mobili di una minore libertà espressiva, difetto che è ben evidente in questa pellicola del 2019. Sebbene la vicenda di per sè sia anche interessante (tre ragazzi romagnoli nel 1989 vanno nell'Est Europa prima dei grandi sconvolgimenti politici di tutta l'area, e sono testimoni della "paranoia di stato" verso gli stranieri) il modo in cui il film procede è spesso appesantito da un continuo senso di dejavù, quasi si trattasse di un "Marrakesh Express" in salsa balcanica ma senza l'estro che aveva il film di Salvatores. E se i tre giovani protagonisti (tra i quali il cantante Lodo Guenzi) fanno quello che possono senza infamia e senza lode, paradossalmente l'attenzione dello spettatore viene risvegliata sui titoli di coda, con i filmati originali dei tre "avventurieri" che hanno quantomeno il fascino dei vecchi filmini delle vacanze dai colori sfuocati.
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