Regia di Anand Tucker vedi scheda film
Sulla falsariga di "Shine" (film estremamente sopravvalutato) l'ennesimo connubio musica/dolore (chissà perché al cinema i musicisti non hanno quasi mai una vita serena) per un'opera noiosa, falsa, ripetitiva e stancante, desolante e disarmante nella sua sfacciataggine ricattatoria, raggelante nella sua ipocrisia, aggravata e pesantemente danneggiata dalla recitazione insopportabile e di maniera di una Emily Watson imbarazzante, irritante e costantemente sopra le righe. Ispirato alla vera storia delle sorelle Du Pré, un melodramma disperante e straziante (per il povero spettatore che, a fatica, riesce ad arrivare alla fine senza addormentarsi) senza anima, plateale e spesso sconcertante, dall'inesorabile quanto scontata e disastrosa progressione tragica, dai caratteri risaputi, fiacchi e piuttosto anonimi, dalla regia grossolana e piatta, dalla sceneggiatura "disarmonica", zoppicante e troppo prolungata, nonché zeppa di luoghi comuni sul rapporto prima di grande amore poi di invidia e profondamente conflittuale tra sorelle (la più famosa, sola e con la sclerosi multipla, non accetta la semplice e serena vita familiare dell'altra), incapace di suscitare la benché minima commozione o coinvolgimento. Una vicenda che vorrebbe essere strappalacrime e dolorosa, sofferta e autentica, che purtroppo però si risolve in un calvario per lo spettatore, generando solo perplessità, fastidio e noia. Presentato in concorso alla 55 Mostra Internazionale di Venezia. La Watson ha ottenuto per questo ruolo una nomination all'Oscar e una ai Golden Globe, mentre la Griffith (decisamente più brava, umana e sensibile, forse anche perché alle prese con un personaggio più riuscito ed autentico) si è dovuta accontentare di una nomination agli Oscar.
Voto: 3
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