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Le avventure erotiche di Pinocchio

Regia di Corey Allen vedi scheda film

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La recensione su Le avventure erotiche di Pinocchio

di undying
1 stelle

Versione pecoreccia del mitico Pinocchio, opera di un regista televisivo ignorante in materia e in vena di scherzi. Un erotismo glaciale circonda quel che resta di una favola ingiustamente bistrattata...

 

locandina

Le avventure erotiche di Pinocchio (1979): locandina

 

Geppetta (Monica Gayle), vive in una casa isolata tra i boschi. Per rendere meno solitaria la modesta dimora, decide di realizzare un burattino maschile (dotato di attributi) di dimensione umana, al quale attribuisce nome Pinocchio. Sorpresa, Geppetta si accorge che il ciocco di legno dal quale ha ricavato il burattino ha facoltà di parola. A lavoro ultimato, Geppetta fa sesso con Pinocchio, riponendolo poi nella sua cameretta. Durante la notte, la sinuosa fata Madrina (Dyanne Thorne) si manifesta a Pinocchio trasformandolo in carne ed ossa (Alex Roman), promettendogli che per sempre potrà mantenere quell'aspetto, a patto di tenere un buon comportamento. Pinocchio, felice, abbandona velocemente la casa di Geppetta. Girovagando, Incontra Jo Jo (Eduardo Ranez) e Mabella, titolari di un teatrino per spettacoli erotici. I due, visto il grazioso aspetto di Pinocchio, lo ingaggiano immediatamente come ballerino. Ben presto, con i loro spettacoli, Jo Jo e Mabella riempiono la sala di spettatrici. Quando poi Pinocchio viene richiesto per prestazioni particolari, i due magnaccia in cambio di denaro fissano gli appuntamenti con le numerose clienti. Pinocchio diventa presto una celebrità, anche perchè è un instancabile amatore, in grado di saziare addirittura 36 ragazze, senza mai fermarsi. Finché la fata Madrina, infastidita dal comportamento di Pinocchio, opera un incantensimo che ha l'effetto di rendergli il membro (in stato d'erezione) lunghissimo, tanto che ad ogni movimento Pinocchio distrugge quel che lo circonda... Disperato, e costretto ad utilizzare un carrello per muoversi (!!!), Pinocchio decide di tornare da Geppetta.

 

locandina

Le avventure erotiche di Pinocchio (1979): locandina

 

Da piccoli ci avevano raccontato che, a forza di dire bugie, il povero Pinocchio pagava pegno con l'allungamento del naso. Qualcun altro invece ci aveva detto che le bugie hanno le gambe corte. Qualcuno ancora che mentendo più volte, alla base delle unghie delle mani, compaiono macchie bianche. Ora, che storia è mai questa? Come stanno veramente le cose, almeno attorno alla vicenda di Pinocchio, ce lo vorrebbero raccontare Corey Allen e Chris Warfield, il primo anche regista, l'altro coautore della sceneggiatura. Due buontemponi che il romanzo di Collodi devono averlo visto solo su qualche catalogo, senza mai aver avuto occasione di leggerlo e nemmeno sfogliarlo. Perchè qui risalta solo la demenziale trovata del pene in allungamento, che poi Renzo Barbieri (ma non solo lui) sfrutterà molto meglio -a metà anni Settanta- in lungo e in largo, dando alle stampe una omonima collana, targata Edifumetto (Le avventure di Pinocchio e -in storie autoconclusive- Sexy fiabe). Restando invece a questo pastrocchio di film (girato nel 1971, ma arrivato nelle sale italiane solo nel 1979) c'è ben poco di che esultare. A cominciare dal monotono impianto scenico teatrale, nel quale è interamente girato il film. Un set "statico", molto mal fotografato da Ray Dennis Steckler (uno dei peggiori registi del tempo), sul quale si muovono gli abbandonati attori, senza che siano orientati da un testo -o da un senso interpretativo- che manca alla base stessa dello script. Corey Allen punta forse solo ai nudi di circostanza (assai castigati data l'epoca) e alla circonferenza toracica di Dyanne Thorne, qui nei succinti panni della fatina distratta che spesso opera magie, restando completamente nuda: un ruolo esattamente opposto a quelli che poi la renderanno celebre in seguito (cose sleazy of course, tipo la serie avviata da Ilsa, la belva delle SS). Dura poco, questo Erotic adventures of Pinocchio, ma è tutto tempo sprecato prenderne visione. È stato dimenticato, giustamente, anche dai nostri palinsesti televisivi.

 

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"A questa bugia, il naso gli si allungò in un modo così straordinario, che il povero Pinocchio non poteva più girarsi da nessuna parte. Se si voltava di qui, batteva il naso nel letto o nei vetri della finestra, se si voltava di là, lo batteva nelle pareti o nella porta di camera, se alzava un po’ più il capo, correva il rischio di ficcarlo in un occhio alla Fata."

 

 

F.P. 16/10/2019 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 74'30")

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