Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Fino a che limiti può essere spinta la mente umana prima di crollare? Quale grado di sopruso inflitto a un uomo rappresenta il punto di non ritorno dalla pazzia? Werner Herzog dirige un breve ma intensissimo dramma psicologico e sociale in cui esplora il limite di sopportazione umano a una vita di umiliazioni e subordinazione. Nel farlo, si avvale di un grandissimo Klaus Kinski in una delle sue più sofferte e destabilizzanti interpretazioni, capace di bucare lo schermo con il solo sguardo e nelle cui vene scorre una tensione nervosa pronta ad esplodere nel tragico ed efferato finale, ampiamente preventivabile ma altrettanto scioccante per la forza dirompente delle immagini adagiate su un tappeto di struggenti violini. Woyzeck non è altro che l'uomo comune schiacciato dall'ingiustizia intrinseca e senza via d'uscita di un mondo spietatamente classista, dalla prepotenza dei superiori e dei suoi stessi pari e dall'opportunismo di una donna fedifraga. A fare da sfondo, una cittadina immersa in una quiete irreale quasi anticipatrice della tragedia incombente e una natura al solito bellissima ma impietosa, spettatrice indifferente della miseria umana. Realizzato in soli diciotto giorni subito dopo la fine delle riprese di "Nosferatu, il principe della notte", "Woyzeck" è un piccolo capolavoro del Nuovo Cinema Tedesco e un'opera imprescindibile nelle filmografie di Werner Herzog e di Klaus Kinski.
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