Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Il soldato Woyzeck per sopravvivere si presta a fare da cavia per esperimenti scientifici, a farsi opprimere dal suo comandante, a farsi sfruttare dalla sua stessa donna, Maria, da cui ha avuto un figlio. Herzog prigioniero del testo teatrale di Buchner e dalla personalità eccessiva di Klaus Kinski trasforma la portata del suo tipico antieroe e ne delimita l'azione e il pensiero dentro il testo. Manca quasi completamente lo scenario naturale ( che è sempre essenziale nella visione di Herzog) salvo nel momento dell'uccisione di Maria che resta una sequenza fra le più memorabili del film. Woyzeck è un componente necessario della comunità, un omologato al sistema, è però uno sconfitto in partenza, un reietto dal fare frenetico animato da qualcosa di sconosciuto che lo indurrà a un atto disperante e conclusivo. Non ha possibilità di mediazione con sè stesso, a suo modo di vedere è un predestinato, vittima della scienza laicista e lontano dall'immateralità religiosa, costretto a strisciare dal suo ruolo sociale. La ricerca della naturalità è sentita come una forza magnetica e incomprensibile che lo attrae ma che non si dispiega davanti al povero Woyzeck costretto a vivere in una condizione tragica e marginale, socialmente escluso dalle classi sociali più abbienti. Il prezzo che dovrà pagare per ricongiungersi alla naturalità sarà quello del sacrificio estremo con l'anima soggiogata e confusa, anticipatore del caos che segnerà l'età moderna.
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