Regia di Fred Wilson (Marino Girolami) vedi scheda film
I Brutos sono stati un fenomeno passeggero nel firmamento televisivo italiano degli anni '60, protagonisti di caroselli e simpatici animatori di varietà televisivi; la loro caratteristica era di essere cinque 'facce da schiaffi', anche se in verità quello che li prendeva era sempre e solo uno, Gianni Zullo, il più anziano del quintetto. I loro sketch comici, ed è un fatto che questo unico film che li ha visti recitare da protagonisti testimonia in maniera esemplare, sono prevalentemente di natura fisica, nella tradizione del genere slapstick del cinema muto, e buona parte delle gag provengono dalla elaborata mimica (facciale, principalmente) dei cinque; con tali premesse era in effetti difficile immaginare per loro una carriera nel cinema degli anni '60. Eppure un film lo ebbero anche loro: un western, chiaramente a sfondo comico, che scrissero Tito Carpi e Marino Girolami - e quest'ultimo lo diresse con lo pseudonimo (escamotage che Girolami utilizzava ogni volta che usciva dai consueti canoni della commedia) di Fred Wilson. Nulla da segnalare, tutto come si può prevedere: una trama facile facile ed una risoluzione finale che premia gli inconsapevoli eroi, trionfatori pasticcioni. Montaggio del figlio del regista, che per emulare le gesta paterne si fa chiamare Enzo Castellari. Cento minuti spensierati, inoffensivi e leggerissimi. 2,5/10.
Cinque pasticcioni gestiscono un'agenzia di pompe funebri. Durante il trasporto di una bara si accorgono che al posto del cadavere c'è un mucchio di banconote...
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