Regia di Emanuela Giordano vedi scheda film
Dopo essere stata portata con successo nei teatri italiani, la commedia “Una volta della vita” è diventata un film, con il titolo leggermente modificato ma con la stessa regia della pièce teatrale (Emanuela Giordano, già vincitrice del Sacher fFestival di Nanni Moretti). Nel triste stanzone di un obitorio stazionano cinque cadaveri, che non vogliono rendersi conto di essere tali: un piccolo delinquente, un illusionista fallito, un professore pedante e pignolo, una prostituta siciliana e un’infermiera che cerca di arrotondare il magro salario. I personaggi si studiano, si conoscono, si odiano e si comprendono: dopo la vita troveranno la solidarietà umana di cui avevano bisogno. Inizio lento e trasognato, ma poi il film acquisisce ritmo e il bianco e nero elaboratissimo conferisce la giusta tonalità alla narrazione e fa da contrappunto alle dosi massicce di humour nero. Il coatto e il professore propongono dialoghi irresistibili, il finale alla Zavattini ci sta proprio bene. Un piccolo film, una scommessa riuscita.
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