Regia di Ulu Grosbard vedi scheda film
Non ho letto il romanzo omonimo The Deep End of the Ocean di Jacquelyn Mitchard, ma dalla sinossi penso di poter dedurre che questa trasposizione ne abbia mantenuto un profilo piuttosto fedele. Come purtroppo sovente accade, però, il titolo originale sarebbe alquanto più poetico del suo analogo nella versione italiana. Pazienza. Ormai dovremmo essere abituati a tali cambiamenti.
Questo film può essere ascritto di diritto nel filone del genere drammatico, osando affrontare uno dei temi più strazianti per una famiglia, vale a dire il rapimento di un bambino. Si tratta di un vero e proprio tsunami di negatività che è in grado di investire e traumatizzare non solo una coppia di amorevoli genitori ma anche gli eventuali altri figli, oltre alla vittima stessa. Un argomento non facile, insomma, per il quale non saranno prospettate soluzioni di comodo. Difficile è prevedere il finale, poiché labile è il confine tra giusto e sbagliato. Talvolta il guardare da una prospettiva diversa può capovolgere ogni riferimento e sicurezza, svelando una realtà prima ritenuta impossibile. La riflessione e il dibattito saranno inevitabilmente lasciati aperti.
L'emozione è il coinvolgimento non mancano, garantiti in particolare dall'eccezionale presenza di Michelle Pfeiffer (Beth Cappadora), protagonista attorno alla quale tutto sembra ruotare. L'attrice è (in)credibile e si conferma un'interprete di massimo livello. Il dolore materno è da lei incarnato in una sublime maniera. Fra i comprimari si distinguono la sensibilità dei giovani Jonathan Jackson (Vincent Cappadora) e Ryan Merriman (Sam Karras), la spontaneità del piccolo Cory Buck (Vincent Cappadora), la professionalità di Treat Williams (Pat Cappadora) e di Whoopi Goldberg (Det. Candy Bliss).
Dunque, senza per forza pretendere di dover assistere a un capolavoro, credo che in quest'opera si possa riconoscere il frutto di un lavoro onesto. Probabilmente nulla di nuovo aggiungerà sull'argomento, ma almeno la prima parte è sinceramente meritevole e la seconda pone degli interrogativi affatto banali rispetto al solito panorama.
Beth Cappadora, felicemente sposata con Pat e madre di tre figli, parte per Chicago assieme ai bambini, onde partecipare a una riunione con gli ex compagni di liceo. Nella hall dell'hotel dove saranno ospitati, Beth lascia per un secondo i figli. Al suo ritorno il più piccolo, Ben, è scomparso. Le ricerche iniziano immediatamente, ma di lui non c'è alcuna traccia. Beth lancia appelli disperati alla televisione e decide di non arrendersi, erosa dal senso di colpa. Nel frattempo trascorrono dieci anni e un giorno bussa alla sua porta Sam, un tredicenne incredibilmente somigliante al piccolo Ben...
Non sarà all'apice dell'onorata carriera di Elmer Bernstein, però questa musica compie discretamente il suo dovere.
Senza Michelle Pfeiffer come sarebbe mutato il risultato?
Beth Cappadora. La figura di riferimento per l'intero film. Ottima.
Pat Cappadora. Di supporto.
Det. Candy Bliss. Piccola parte.
Vincent Cappadora.
Sam Karras.
Kerry Cappadora.
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