Regia di Marco Cassini vedi scheda film
Un'operazione sostanzialmente assolutoria della violenza squadrista all'insegna del "tanto sono tutti uguali...". Recitazione più da teatro del ricreatorio parrocchiale o del doposcuola.
Incuriosito da una prima romana con tanto di ANPI osannante ho predisposto pure il dvd-recorder per tenere memoria di questo film. Il mattino successo ho cancellato tutto. Ho faticato a reggere questa visione sia per una generale piattezza di recitazione (si salvano forse il protagonista, il socialista Galba, un paio di donne della cooperativa e i magnifici bambini-attori del teatro di Argenta), ma, soprattutto, si avverte una sostanziale giustificazione delle violenze squadriste, quasi fossero naturale reazione ai rossi, mentre era invece in atto uno scontro di classe durissimo contro gli agrari, cosa che neppure appare velatamente. Incredibile poi la presentazione di Italo Balbo come un gerarca che spingeva alla moderazione, mentre fu pure incriminato come mandante del delitto e fu oggetto di attacchi da parte del quotidiano Il Popolo e della Voce Repubblicana, tanto da doversi dimettere dalla carica di Console della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Fra parentesi si sottolinea, nel film, che l’assassinio sia stato l’esito non voluto di una bastonatura troppo forte. anche qui quasi un voler diminuire un’azione penosamente vigliacca al di là del suo esito.
Un vero delirio di luoghi comuni degni di miglior causa…La cosa mi ha sconcertato. Certamente la figura di don Minzoni è complessa ma non oscura, fu un prete ma anche un “patriota” come si diceva allora, eppure la sua scelta di campo fu nettissima, sempre e senza mai esitare e grandissimo era il consenso popolare attorno a lui anche se, a ben vedere (e questa era una cosa che il film avrebbe potuto ben sviluppare) la sua scelta era orientata da una visione di fede (basterebbe leggere ciò che scrisse di lui Giovanni Paolo II°) diversamente da quanto accade a tanti altri sacerdoti del tempo. Questo ne fa un personaggio dell’oggi, va comunque detto che il regista tenta di accostarlo ai tempi presenti con giochi di sguardi, effetti nella fotografia, momenti dove la colonna sonora irrompe nel moderno come a segnalare una proiezione nel futuro.
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