Regia di Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi vedi scheda film
Si tratta di una serie di filmati inediti, scovati dai due autori negli archivi di mezza Europa, relativi ad aspetti meno noti della Grande Guerra: sfilano, così, i prigionieri austroungarici deportati in Siberia, i profughi galiziani e i prigionieri russi, in un bianco e nero virato in vari colori e sottofondato dalle musiche popolari composte da Giovanna Marini. L'operazione è interessante e meritoria, ma ben lontana dal rivelarsi un capolavoro del cinema, come alcuni critici (Mereghetti le attribuisce quattro pallini, il massimo) l'hanno etichettata. La parte iniziale è la migliore, poiché lo spettatore si sente catapultato in un mondo che non esiste più e che fu cancellato proprio dall'enorme tragedia della prima guerra mondiale: quelle immagini riescono a far rivivere sullo schermo le pagine migliori del "Buon soldato Scvejk" di Hasek o di "Agosto 1914" di Solgenitsyn. (12 magggio 2008)
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