Regia di Jeff Broadstreet vedi scheda film
Ennessimo horror basato sull'infantile tormentone dei pupazzi animati. Uno dei più brutti -per quanto difficile- del genere, diretto da un Master of trash, ovvero un regista americano di cinema bis con in curriculum anche il dimenticato remake in 3d de La notte dei morti viventi (2006).
Detroit. Stephen Crane (Jake Red), assieme ad un gruppo di amici, si introduce in un vecchio edificio, ex studio televisivo, acquistato dal padre Richard (Bill Moseley). Le intenzioni di Stephen sono quelle di coinvolgere i ragazzi a collaborare economicamente per restaurare il locale e convertirlo in un night club. Appena dentro, per un fortuito incidente, la porta d'ingresso si blocca. Prigionieri e con i cellulari privi di segnale, i ragazzi scoprono una serie di pupazzi, utilizzati cinquant'anni prima nella trasmissione televisiva Jolly and the Handy Dandy show. Il ventriloquo Jolly (Bill Oberst Jr.) in seguito, dopo essersi macchiato di una lunga catena di delitti, vittime ragazzini innocenti, si era suicidato. Pare che l'omicida, dopo aver scoperto un antico manufatto massonico, quindi con il potere di una forza occulta, fosse in grado di animare i pupazzi. Mentre Stephen e i suoi amici si aggirano nelle stanze abbandonate, scoprendo sempre più bambole, dalla vecchia sala di controllo qualcuno osserva minacciosamente le loro mosse.
Si direbbe, data la banalità e la scontatezza della brutta sceneggiatura, che Handy Dandy possa rappresentare l'opera prima di un adolescente, in vena di scherzare con l'infantile tema dei bambolotti animati (e ovviamente assassini). E invece no: siamo di fronte ad un film diretto da Jeff Broadstreet, (classe 1954!), attempato regista che -per fortuna con pigrizia- di tanto in tanto dirige pessimi horror. Tra i più celebri, l'inguardabile pseudo remake romeriano Night of the living dead 3d, realizzato nel 2006 (nel quale recitava anche il compianto Sid Haig) e giunto anche da noi direttamente in dvd. Nel curriculum di Broadstreet ci sta persino il falso documentario Area 51: the alien interview (1997), ingannevole intervista ad un "grigio", girata nella famigerata base segreta americana. Un calunnioso video distribuito nel momento di massima falsificazione di filmati ufologici (nel 1995 era stata la volta di Santilli, con l'autopsia aliena diffusa in anteprima dalla trasmissione televisiva diretta da Lorenza Foschini: Misteri).
E questa lunga premessa contiene anche le curiosità più interessanti attorno all'opera di Broadstreet perchè a scendere nel dettaglio dell'inqualificabile Handy Dandy significa solo "sparare sulla croce rossa". A cominciare da interpreti improvvisati, antipatici e mal diretti, seguiti a ruota dal celebre Bill Moseley, attore presente negli ultimi peggiori film horror americani (con unica eccezione di 3 from hell di Rob Zombie). Mal fotografato, con pupazzetti mossi manualmente (alla stregua dei Muppet show) e un finale ridicolissimo che mette in scena l'apertura di un varco dimensionale realizzato in CGI, con effetto degno di un prodotto degli anni Settanta. Il meglio Handy Dandy lo offre in un paio di scene iperviolente (ma anch'esse mal realizzate sempre in computer grafica) mentre scade nell'improvvisazione quando svela l'intreccio familiare che lega i personaggi (si scopre che Jolly, in realtà ancora vivo, è anche il padre di Richard). Siccome i due geniali sceneggiatori (Donald Borza II e J.S. Brinkley) sanno copiare piuttosto bene, i riferimenti, oltre all'infinita serie dei Puppet Master prodotta Charles Band, vanno anche a Saw, nella inguardabile lunga seconda parte, quando il folle assassino sottopone ad un quiz sanguinario i giovani intrappolati. Orgoglioso del bel risultato finale, Broadstreet firma sotto pseudonimo come Roy G. Biv. Meglio non farsi riconoscere in certi casi...
"Guarda li burattini su la scena
co che importanza pijeno la cosa:
guarda er gueriero ch’aria contegnosa,
come se sbatte bene, come mena.
Vince tutti, è teribbile, ma appena,
la mano che lo move s’ariposa,
l’eroe se ‘ncanta e resta in una posa
che spesso te fa ride o te fa pena." (Trilussa)
F.P. 12/10/2019 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 83'02")
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