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Las heridas del viento

Regia di Juan Carlos Rubio vedi scheda film

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La recensione su Las heridas del viento

di alan smithee
7 stelle

ZE FESTIVAL 2019 - NICE

"Ho iniziato a conoscere mio padre il giorno in cui è morto"

David sta affrontando il lutto e le conseguenti pratiche burocratiche che derivano dalla morte del padre.

Cercando di mettere ordine in casa del genitore, ad un certo punto il ragazzo si imbatte in una cassetta metallica chiusa a chiave. Forzata la serratura, l'uomo scopre una cosa che lo lascia allibito: una molteplicità di lettere che, messe assieme, costruiscono una lunga corrispondenza epistolare d'amore a senso unico diretta al padre, il cui autore risulta essere un uomo.

Sconcertato ed incredulo, ma deciso ad andare fino in fondo a quella questione, David trova un appiglio che gli consente di rintracciare il domicilio dello scrivente, e si decide ad incontrarlo: scoprirà che si tratta di un attore che è solito travestirsi per recitare in abiti femminili. Dalla bocca di quel viso pesantemente pittato da un trucco che non riesce più a cancellare i crudeli segni del tempo passato, David verrà messo a conoscenza di ogni sfaccettatura di quello che pareva uno scherzo crudele, ed appare poco per volta il diario di una storia d'amore intima e segreta quanto indispensabile.

Ne consegue un confronto serrato ed incalzante, che la scelta di ambientare tutto in interni la vicenda - che poco per volta tradisce i tratti di un palcoscenico teatrale che prende forma man mano che la storia avanza - e la scelta del bianco e nero che privilegia inevitabilmente i chiaroscuri, finisce per rendere ancora più claustrofobico e spietato.

Non si tratta semplicemente di teatro filmato, ma di cinema vero ottimamente giostrato su insistenti primi piani, e che prende in prestito le scenografie tutte ad ostacoli e limiti oggettivi propria della messinscena teatrale, per celebrare la presa di coscienza in grado dapprima di destabilizzare un'opinione ormai consolidata nel tempo, e poi utile a rivalutare la profondità segreta ed intima di una persona che pareva impossibile essere dotata di tanto afflato sentimentale.

Ottima ed originale la scelta degli interpreti, gli unici due personaggi che appaiono nel film, e che vengono affidati al carismatico ed affascinante Daniel Muriel, impegnato a trasformarsi nell'incredulo e sconcertato figlio David, mentre l'amante uomo del padre viene brillantemente affidato ad una donna, l'ottima Kiti Manver: situazione intrigante e volutamente complicata che ricorda medesima bizzarra combinazione che sta alla base del celeberrimo Victor Victoria di Blake Edwards, in cui un'attrice si cimenta ad interpretare un uomo che si traveste da donna.    

 

 

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