Regia di Ray Yeung vedi scheda film
FEFF 22
Storie d'amore apparentemente fuori tempo massimo e al di sopra di ogni sospetto nella Hong Kong di oggi.
Park è un tassista settantenne in procinto di cedere la propria attività e dedicarsi a fare il nonno a tempo pieno. Hoi invece è vedovo, più o meno suo coetaneo, già in pensione, e pure lui ha un figlio sposato, cattolico praticante a tal punto da finire per convertire pure il genitore (“mi sono convertito pure io perché mio figlio mi ha detto che quando non saremo più in vita, per le nostre anime sarà più facile ritrovarsi”).
I due si conoscono al parco e intuiscono di essere entrambi depositari di un segreto inconfessabile da sempre tenuto nascosto, che li ha sempre caratterizzati nonostante le vite familiari che entrambi sono riusciti a costruirsi: sono attratti da sempre da persone del medesimo sesso.
Un desiderio che entrambi hanno sempre cercato di reprimere, o di sfogare furtivamente come una esigenza impellente da ricacciare più lontano possibile e fonte di angosce e sensi di colpa a stento dominati.
Il destino che li fa incontrare ed innamorare, permette a ciascuno dei due anziani di rianalizzare ognuno con un più approfondito e lucido sguardo e con occhio più benevolo e orgoglioso la situazione che entrambi condividono nel segreto dalla adolescenza, condividendo per la prima volta il proprio stato d'animo da sempre mortificato dalla vergogna, con la causa militante di un gruppo di anziani intenti a portare avanti con fermezza ed energia, un progetto per la messa a punto di una casa per anziani omosessuali.
Delicato e in grado di farsi forza su due personaggi ampiamente sfaccettati e tradotti sullo schermo dalle intense interpretazioni dei due attori protagonisti – Tai-Bo nel ruolo del riservato tassista Pak, e Ben Yuen in quelli del mite pensionato Hoi, soggiogato nella coscienza dall'intransigenza religiosa del figlio irresolubilmente cattolico, Suk suk (titolo che tradotto significa "nonno") è stato presentato con successo all'ultima Berlinale, ed ha il pregio di raccontare senza clamori, ma con un tratto narrativo quieto, ma non per questo dimesso, ma coerente con lo stato d'animo quieto, ma per nulla arrendevole, dei suoi due intensi protagonisti, una appassionata storia d'affetto e d'amore che evita inutili punte melodrammatiche o svolte sopra le righe, aggrappandosi alla vita che continua, e ad una saggezza che l'età spesso e per fortuna invita a far affiorare nel comportamento di molti di noi quando ci si accorge che i nodi sono ormai venuti al pettine.
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