Regia di Claudio Noce vedi scheda film
Un Favino spaesato in un film sbagliato e fuori controllo
Ispirato ai fatti di cronaca degli anni di piombo, Claudio Noce dedica al padre Alfonso un film che ripercorre il filo dei suoi ricordi (immaginati); lo fa attraverso gli occhi di Valerio, un bambino che di ciò che accadeva non poteva capire granchè: l'attentato al padre, le sue lunghe assenza, una madre troppo presa dalle preoccupazioni. Alfonso (nel film interpretato da Pierfrancesco Favino) è un personaggio che entra ed esce misteriosamente, una figura distante, verso la quale Valerio più che amore sembra provare curiosità e un certo timore. Cercherà di colmare i vuoti affettivi legandosi a Christian, un adolescente che a sua volta apparirà per scomparire misteriosamente. Solo il finale, che chiuderà il cerchio aperto con la sequenza dei due uomini nella metropolitana, chiarirà tutti i dubbi seminati dal film. Più che vero e proprio racconto, Padrenostro è fatto di episodi che, seppur coerenti col punto di vista prescelto, risultano confusi anche per lo spettatore: senza una voce narrante né alcuna didascalia, ci si affida così alla corrente che trascina il film. Una pellicola in apparenza diversa e coraggiosa, perchè sceglie di rappresentare una fatto di cronaca appartenente alla nostra storia senza voler spiegare e nemmeno capire: sfida sicuramente impegnativa, che risulta però persa. Quello che voleva essere il ricordo di un' estate (un po' come il film di Rob Reiner) non si concilia con la trama, risolvendosi in una sorta di “Io non ho paura” con molte più pretese e molta meno credibilità. E a peggiorare le cose ci si mette lo sforzo di Noce di uscirne Autore, imbastendo un racconto insopportabilmente complicato, nascosto (ancora di più) da un pasticcio di stili color pastello. Presa dalla foga di mostrare il proprio carattere, in realtà per niente fuoco, la regia perde il controllo di un film che voleva essere ad ogni costo bello e sincero e diventa il suo esatto contrario. E finisce per risultare smaccatamente falso ogni dettaglio: dalla scena di Valerio che sale e contemporaneamente scende le scale, alle panoramiche sulle bellezze della regione Calabria. Gioca pure il solito jolly, con la canzone giusta a tutto volume, svelando definitivamente che è tutto un bluff. Bravo il piccolo Mattia Garaci ed il solito Favino, ma appare spaesato pure lui.
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