Regia di Daniele D'Anza vedi scheda film
La morte di un cliente in una casa chiusa clandestina scoperchia un giro di prostituzione che coinvolge anche ragazze dalle apparenze più che insospettabili. La polizia, non senza fatica, risale alla tenutaria Arabella e la conduce in carcere.
La prima cosa che colpisce senza dubbio di questa pellicola è l'atmosfera da noir alla francese, l'adesione a codici estetici e contenutistici piuttosto atipici per il cinema – e conseguentemente per il pubblico – nostrano. Ma I piaceri del sabato notte (Arabella 252104) ha comunque solide radici italiane nel tentativo di inserire blandi argomenti moralistici nella trama – esemplificati in maniera concreta nella scena finale – e nell'affrontare la questione della prostituzione con uno spirito essenzialmente maschilista, in un senso comunque vago. Lo sfruttamento del corpo della donna è un argomento di secondo piano, insomma, all'interno di una vicenda in cui sesso & morte – pur trattati con i debiti guanti – giocano i ruoli fondamentali; la sceneggiatura, da un soggetto di Oreste Biancoli, è di quest'ultimo, Ugo Pirro, Mino Guerrini, Giuseppe Mangione e del regista Daniele D'Anza. D'Anza veniva da un lustro abbondante di esperienza come regista televisivo, per la neonata Rai, ma aveva già alle spalle una pellicola per il grande schermo: Giove in doppiopetto (1954), tratta dall'omonima commedia di Garinei & Giovannini. Se sul piano prettamente artistico dunque I piaceri del sabato notte può sembrare una scommessa per più ragioni, il risultato in ogni caso non delude sul piano della resa in scena e della tenuta narrativa; interpreti: Andreina Pagnani, Elsa Martinelli, Jeanne Valery, Pierre Brice, Maria Perschy, Romolo Valli, Marilù Tolo, Giuseppe Porelli, Maria Grazia Spina, Luigi Pavese, Scilla Gabel, Silvano Tranqulli, Paola Barbara, Aldo Giuffré e Capannelle/Carlo Pisacane, in una particina. Un sicuro contributo positivo infine proviene dalla colonna sonora jazzata di Armando Trovajoli, con interpreti del calibro di Nini Rosso, Berto Pisano e Chet Baker. 4,5/10.
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