Regia di Anthony Drazan vedi scheda film
E' un film che tradisce continuamente la sua origine teatrale: dialoghi, dialoghi, dialoghi e pochissimi cambi di scena. Saloni di ville hollywoodiane e tante, tante, troppe parole. Che poi siano pronunciate da Sean Penn o da Kevin Spacey, poco cambia: nemmeno il padreterno rende interessante un incessante filosofeggiare di bassa lega su donne, amore, sesso, droga, vecchiaia, senso della vita. E quant'altro, che è davvero tanto, troppo. Vorrebbe essere uno sguardo in profondità nell'animo umano (Spacey e Penn come retoriche contrastanti), invece è solo un film inguardabile.
Tre amici lavorano ad Hollywood; ricchissimi, se la spassano fra coca, donne a pagamento, ragazzine, feste, alcol e soprattutto: discorsi filosofeggianti, che costituiscono il nucleo primario delle loro giornate. In tale noia e sfacelo morale, uno dei tre si suicida con la sua costosissima auto sportiva; gli altri due reagiscono diversamente: uno va in crisi, l'altro continua a filosofeggiare.
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