Regia di Charles Chaplin vedi scheda film
Curiosamente, l’ultimo lungometraggio di Chaplin (realizzato dieci anni dopo Un re a New York) è stato il primo che ho visto: meno male che ho continuato con gli altri, viene da pensare. Ogni tanto riesce a strappare qualche risata, ma in generale la vicenda si sviluppa senza guizzi verso il finale che chiunque può prevedere anche senza conoscere Pretty woman. I personaggi sono poco credibili, gli interpreti fuori parte, le gag vengono ripetute fino alla saturazione. Più che un film è un certificato di morte, il riconoscimento che il cinema di Chaplin, dopo aver superato a fatica la guerra e il maccartismo, non ha più nulla da dire nel mutato clima degli anni ’60, non si adatta alle facce glamour di Brando e della Loren (così diversa, ahimè, da quelle di Edna Purviance, Virginia Cherrill e Georgia Hale). E comunque, per me è dogmatico, un’opera chapliniana non può scendere al di sotto della sufficienza.
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