Regia di Roberto Faenza vedi scheda film
L'unica ragione che può saltarti in mente per vedere questo film è che il tuo amico, amante come te del trash e dei Sex Pistols, ti piombi un giorno in casa galvanizzato gridando: "La bomba! La bomba! Guardati sto film, è assurdo, c'è Harvey Keitel che tiene la testa di Johnny Rotten dentro al forno!". Scopri che è tutto vero e che a uccidere il punk è stato nientemeno che Roberto Faenza: una crisi, un attimo di sconforto sono a questo punto inevitabili. E pensare che Copkiller, dal titolo scioccherello e dalla trama farcita all'inverosimile di banalità, partiva invece con ottime ambizioni: basti dare una scorsa al cast, che vede fra gli interpreti, oltre alle due star appena citate, anche Leonard Mann, e sul versante tecnico l'impiego di Ennio Morricone (musiche morriconiane, che si autocitano insomma, al 100%), Nino Baragli al montaggio e Giuseppe Pinori alla fotografia, reduce da successi di semiesordienti - come appunto Faenza - del calibro di Maledetti vi amerò (Giordana) ed Ecce Bombo (Moretti). Ma qualcosa non va, nella sceneggiatura di Ennio De Concini, Hugh Fletwood (dal cui romanzo The order of death proviene il soggetto) e di Faenza stesso: Copkiller è un poliziesco-thriller talmente pieno di sè da non suscitare quasi emozione. Sbirri malvagi, inseguimenti nella notte, il caos angosciante della metropoli, psicologie manicheistiche (buoni vs cattivi, con colpi di scena telefonatissimi: Lydon/Rotten è inquadrato fin dal primo minuto di film, nonostante apparentemente stia a margine della storia, ed è ovvio che presto o tardi capiremo perchè). Il tocco 'geniale' dovrebbe essere la componente omosessuale di cui è caricato il personaggio di Fred, ma piuttosto che per alimentare il mistero, il particolare viene utilizzato per rendere 'scabrosa' la storia: chiaramente, piuttosto che incuriosirsi per tale blanda rivelazione, lo spettatore sbadiglia. Di buono di Faenza va comunque detto che, come autore, si è sempre dimostrato versatile, attraversando molti generi con esiti dignitosi, o per lo meno senza risultare disastroso in alcuno di essi. 4,5/10.
Un serial killer di poliziotti si aggira per la metropoli; a casa dello sbirro Fred si presenta un ragazzo che si autodenuncia: mitomane? Squilibrato? E se fosse realmente l'assassino? Lo sbirro, che ha qualcosa da nascondere, lo sequestra.
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