Regia di James Ivory vedi scheda film
Intrecci artistici misteriosi: un maturo autore cinematografico che ha rappresentato con acuminata eleganza di tocco i vuoti degli interni e delle anime borghesi incontra un maturo scrittore americano espatriato, veterano della Seconda guerra mondiale, che ha raccontato con durezza virile le esplosioni dei sensi e dei rigori militari. “La figlia del soldato non piange mai” di James Ivory è ispirato alla vita parigina di James Jones, l’autore di “Da qui all’eternità”, un romanzo e uno stile che con Ivory c’entrano pochissimo. Illustrazione, ambienti, caratteri ineccepibili, montaggio, fotografia, costumi, sceneggiatura, interpretazioni, tutti corretti, pochi bamboleggiamenti “picassiani”. Purtroppo, però, non c’è neppure un brivido, un attimo di passione, un’immagine della quale si sentisse il bisogno. L’impressione è che neppure Ivory sentisse il bisogno di fare questo film, dove si trova (chissà perché) a citare film e autori da lui lontanissimi (Ford, Eastwood, Cimino). Illustrativo, potrebbe essere stato diretto da qualsiasi autore.
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