Regia di James Ivory vedi scheda film
Il film è una narrazione attenta, ma anche senza partecipazione e senza giudizi sui personaggi, della storia di una famiglia americana che vive in Francia, e poi torna negli Stati Uniti. Ciò che mi ha colpito è proprio una specie di apatia nel raccontare gli eventi, dove anzi ci si chiede il perché della presenza di certi episodi o elementi, i quali sembrano non aver parte del discorso. Il personaggio della ragazza (prima bambina) finisce tuttavia per essere la protagonista della pellicola. Sembra proprio che il regista abbia inscenato la storia acriticamente, e senza scopi particolari, e forse senza sentirla sua. La messa in scena è comunque accurata, regalandoci qualche momento intenso, e un paio di squarci lirici. Al centro del film vi è forse questa famiglia con due figli adottivi, quindi un po' particolare, che non è priva di difetti e problemi, come pure di qualche piccola tensione, che però riesce a restare unita e andare avanti. Il tutto ha il sapore della vita reale, a cui infatti si rieferisce il libro. In ogni caso, è un film venato di una sottile malinconia, non direttamente connessa con gli eventi narrati. Forse era auspicabile da parte del regista un po' più di intensità e partecipazione all'opera che ha inscenato, ma il risultato direi che è complessivamente positivo. Gli attori se la cavano tutti, ma l'attrice che interpreta la ragazza la trovo decisamente brava (e carina). Un'annotazione interessante della trama: il ragazzo adottato risolve di colpo molti dei suoi problemi interiori quando viene a sapere con certezza di essere stato amato da sua mamma, che lo aveva dato in adozione molto a malincuore.
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