Regia di James Ivory vedi scheda film
Ho visto un film piacevole al di fuori dalle mode estetico/narrative riguardanti i prodotti di fiction; che parla di eventi traumatici come il cambiamento, l’abbandono e la dipartita senza clamore. Parla di una famiglia, se vogliamo, dalle idee pedagogiche anticonformiste; della semplicità del vivere con la semplicità che solo i grandi narratori conoscono, mettendo al bando ogni tipo di pregiudizio. Sviluppato dal punto di vista, poco frequentato, di due adolescenti, quindi, nella fase piu critica di un individuo; diviso tra cultura Europea ed Americana e strutturato come un diario in 3 capitoli. La cosa che ho trovato più interessante è l'idea di contraddire continuamente le aspettative dello spettatore stemperando tensioni narrative che altrove sfocerebbero in eclatanti scene madri melodrammatiche. Sembra sempre che sta per accadere qualcosa di terribile ma la sensazione della tragedia imminente si dissolve a favore di una filosofia della disillusione e della sdrammatizzazione, improntata su un esistenzialismo rilassato e gioioso (pervaso di sapienza buddista: Marchant).
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